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Tangenti rifiuti, Nicoli Cristiani si è dimesso

Il vicepresidente del Consiglio regionale avrebbe rassegnato le dimissioni con una lettera in mattinata. Cantiere Bre.be.mi sempre sotto sequestro

Lascia la sua posizione "per meglio chiarire cosa gli viene contestato". Dopo l'arresto nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti di Brescia, Franco Nicoli Cristiani si è dimesso da vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia e anche da consigliere.

La lettera dell'esponente del Pdl, a quanto è trapelato, è arrivata questa mattina negli uffici del Pirellone. Sulla questione delle presunte tangenti, poi, il consiglio provinciale di Cremona chiede alla Regione di revocare l'autorizzazione alla discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona) per la quale sono state arrestate dieci persone su ordine della procura della Repubblica di Brescia.

La decisione è stata presa ieri con l'approvazione di un documento firmato da tutti i gruppi. Non l'hanno votato il capogruppo del Pdl Maurizio Borghetti, in dissenso con la sua maggioranza, e il consigliere di Rifondazione Comunista Giampaolo Dusi che ha lasciato l'aula per protestare contro la scelta di Borghetti. Decisivo è stato l'intervento della Lega che ha sollecitato le opposizioni a modificare la mozione preparata dalla maggioranza, inizialmente più prudente rispetto a quella poi approvata.

La maggioranza chiedeva alla Regione di 'valutare la possibilità di revoca', la mozione finale invece chiede alla Regione 'alla luce delle indagini in corso e a tutela dell'operato della Provincia, di revocare, in ragioni di possibili motivi di autotutela, l'autorizzazione integrata ambientale rilasciata alla ditta Cavenord'. Non 'valutare' dunque, ma 'revocare'.

L'arresto di Nicoli Cristiani e l'operazione dei carabinieri

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