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Zona 6, consigliera si dimette: "Sindaco, osa di più"

Sara Brusa (Pd) lascia il "parlamentino" e accusa: poca concretezza, ci si perde nell'ostruzionismo e negli insulti. E la giunta ha poco coraggio

Troppo pochi i poteri dei consigli di zona. Troppo lento il lavoro anche nelle commissioni. Ma soprattutto, troppo debole il "vento del cambiamento": e così Sara Brusa, consigliera del Partito democratico di zona 6, si è dimessa dal "parlamentino" durante la seduta del 13 marzo. Non l'ha fatto in punta di piedi, tutt'altro: una lunga lettera aperta indirizzata non solo ai colleghi ma anche, e soprattutto, a sindaco e assessori.

Dalla decisione di candidarsi "per entrare nei luoghi in cui si deve tentare il cambiamento" alla realtà, fatta di lunghe sedute di commissione e consiglio con "ostruzionismo, insulto, presa in giro, urla furibonde, troppo poco autocontrollo, infinite dichiarazioni di voto, numerosi interventi faziosi, frasi razziste e discriminatorie" che la Brusa denuncia sia nell'opposizione sia nella maggioranza, e che "rallentano enormemente il lavoro comune che si dovrebbe realizzare". Fino a un "senso di impotenza" rispetto ai problemi che la gente porta all'attenzione del consiglio di zona.

Ma anche una richiesta esplicita a Giuliano Pisapia: "Sindaco, osa di più", chiede la Brusa facendo notare che il vento del cambiamento "non ha soffiato per i quartieri di case popolari, per la periferia". La Brusa sottolinea che il percorso per arrivare alla città metropolitana deve essere portato a termine al più presto, semplificando anche "quella terribile macchina burocratica che governa l'amministrazione di Milano".

"Devi occuparti - continua la Brusa - dei quartieri di case popolari, della periferia per arrivare a cambiare la città, per contrastare le politiche di sopraffazione e di indifferenza che creano solo esclusione, degrado e disagio, sempre a danno dei più deboli".

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