rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Elezioni comunali 2016

Gelo nazionale tra Berlusconi e Lega-Fdi, ma a Milano (per ora) l'alleanza regge

Dopo l'appoggio di Forza Italia a Marchini nella capitale, il centrodestra è sempre più disunito. Maroni: "Noi teniamo ma meglio indossare le cinture di sicurezza"

Centrodestra in bilico anche a Milano dopo lo "strappo" di Roma? Forse no, ma due battute di Roberto Maroni (governatore leghista in regione) fanno capire che il clima lombardo e milanese risente in parte di quanto è successo con il ritiro di Guido Bertolaso dalla corsa al sindaco della capitale e il conseguente appoggio di Berlusconi e Forza Italia ad Alfio Marchini anziché a Giorgia Meloni (sostenuta da Fdi e Lega).

«La giunta non è a rischio ma bisogna allacciare le cinture di sicurezza», ha affermato Maroni parlando di sé e della sua squadra di governo al Pirellone. E per quanto riguarda la nomina del nuovo assessore alla sanità (per ora Maroni ha la delega ad interim, dopo la vicenda dell'arresto di Mario Mantovani), il governatore ha ribadito ancora una volta che «la nomina ci sarà quando deciderà il presidente della regione», cioè lui stesso, ma poi ha aggiunto: «Quello che è successo a Roma mi obbliga a fare ulteriori valutazioni».

Nella stessa giornata, Matteo Salvini - dai microfoni di Radio Anch'io - commentava: «Prima mi tiri il caffè in faccia e poi dici che non c'è rottura dell'alleanza?», rivolgendosi a Berlusconi. Non proprio toni da grandi amici. Del resto in molte grandi o medie città il centrodestra è sfasciato. A Roma, Torino, Napoli e Bologna si va divisi: da una parte Forza Italia, dall'altra l'accoppiata Meloni-Salvini. 

A Milano, invece, l'alleanza sembra tenersi stretta attorno a Stefano Parisi, anche se Nicolò Mardegan, candidato a sindaco d'area cattolica, ha provato a insinuarsi nel gelo nazionale: «Meloni e Salvini vengano con me», ha approcciato. Segnali di rischio vero di rottura sotto la Madonnina, però, non ce ne sono. Tanto per dire, sabato 30 aprile è prevista la presentazione della lista della Lega Nord con la partecipazione di Parisi e Salvini.

E il candidato a sindaco ha incontrato Ignazio La Russa (plenipotenziario di Fdi a Milano), il quale gli ha "chiesto", o forse è meglio dire "imposto", assoluta neutralità su quanto è accaduto a Roma, altrimenti sarebbe saltato tutto. L'incontro è andato bene, ma le battute di Maroni hanno un loro peso ed è possibile che in zona via Bellerio (sede milanese e nazionale della Lega Nord) stiano facendo qualche calcolo, sondaggi alla mano. 

In questo momento Parisi è poco sotto il candidato di centrosinistra Giuseppe Sala, ma entrambi saldamente sopra il 30% e a molte lunghezze dal terzo, Gianluca Corrado del Movimento 5 Stelle, dato tra il 15 e il 20%. Se le cose stessero così, si andrebbe certamente al ballottaggio Sala-Parisi e sarebbe partita apertissima. Invece, se la Lega e Fratelli d'Italia consumassero uno "strappo" vendicativo rispetto a quanto accaduto a Roma, rischierebbero grosso. Perché non è detto che al ballottaggio vadano loro: potrebbero anzi "regalarlo" ai 5 Stelle.

Alchimie ed ambizioni che sono iniziate, sempre a Roma, con il "gran rifiuto" di Meloni e Salvini ad appoggiare Bertolaso, anche se inizialmente avevano detto di sì. E il centrodestra appare più che mai diviso tra l'anima Lega-Fdi che guarda a Marine Le Pen (e al Cremlino) e quella che cerca di re-identificarsi col popolarismo europeo (Berlusconi). Dovunque, tranne che a Milano. Almeno per adesso. I nodi politici però a questo punto verranno presto al pettine.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gelo nazionale tra Berlusconi e Lega-Fdi, ma a Milano (per ora) l'alleanza regge

MilanoToday è in caricamento