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Ema, la battaglia di Milano continua a Bruxelles. Sala: "Pronti a operazione verità"

Il primo cittadino di Milano non vuole arrendersi e ha chiesto più impegno al governo

La partita sull'Ema non è ancora chiusa per il primo cittadino di Milano Giuseppe Sala che, nella mattinata di lunedì — in vista dell'audizione che il 16 maggio lo porterà davanti alla commissione Petizioni del Parlamento europeo — ha chiesto maggiore impegno al governo. "Oggi ci sono ancora un premier e dei ministri, anche se uscenti, con i quali mi sono attivato nei giorni scorsi affinché il ricorso venga fatto assieme", ha dichiarato il sindaco.

"Milano ha fatto uno sforzo incredibile: aveva il dossier migliore su Ema — ha continuato —. A prescindere da ciò, la battaglia è giusta e Milano deve essere compensata perché ha subito un'ingiustizia. Dobbiamo quindi andare e chiedere in modo fermo che ci sia grande attenzione sul rispetto del cronoprogramma di Amsterdam e che i controlli non siano passaggi formali".

Il sindaco è determinato. "Non vado a Bruxelles per sollevare un polverone: vogliamo  essere concreti e pratici e far valere le nostre ragioni, è una partita che non consideriamo chiusa".

E Sala si è soffermato anche sulle "anomalie" nelle procedure con cui è avvenuto il sorteggio. Tra queste la "distruzione immediata di materiale, la mancanza di un verbale e il fatto che, durante i lavori della mattina la sala d'ascolto fosse rimasta accesa mentre, a quanto mi risulta, al momento del sorteggio fosse spenta".

Il primo cittadino vuole fare una operazione verità: "non contestiamo il fatto che ci sia stato il sorteggio ma le modalità in cui si è tenuto, un po' ambigue. E vogliamo dimostrare quanto siamo stati seri in questa partita".

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