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Festa del sole di Abbiategrasso: Mussolini citato tra gli applausi

I militanti accorsi al raduno neofascista apprezzano la lettura di un passo del Duce

Il programma della Festa del Sole, raduno neonazista organizzato da Lealtà e Azione ad Abbiategrasso il 6 e il 7 luglio, ha previsto anche la lettura di un passo di Benito Mussolini. E il pubblico accorso alla manifestazione di estrema destra non si è risparmiato negli applausi. 

Nello specifico, oggetto della lettura, inserita in un dibattito di chiusura della due giorni, è stata una porzione del  discorso che il duce tenne a Bari nel 1934 in un incontro sulla famiglia. A dare voce all'intervento del dittatore, davanti a una platea di 200 militanti neofascisti, è stato il professore Alfonso Indelicato, consigliere comunale di Fratelli di Italia a Saronno. "Trenta secoli di storia ci permettono di guardare con sovrana pietà talune dottrine di oltralpe, sostenute dalla progenie di gente che ignorava la scrittura, con la quale tramandare i documenti della propria vita, nel tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio e Augusto". Queste le parole di Mussolini lette pubblicamente al raduno di Abbiategrasso con l'obiettivo di attaccare le politiche dei paesi nordeuropei su famiglia, unioni civili, orientamento sessuale ed eutanasia. La lotta per i diritti dei più deboli e delle minoranze, infatti, sarebbe causa della "disgregazione della famiglia naturale" secondo Indelicato, che ha anche aggiunto: "Basta con le storielle dei popoli civili del Nord Europa".

Le contestazioni

Nei giorni che avevano preceduto la manifestazione neonazista diverse polemiche si erano sollevate sul suo svolgimento e sull'adesione all'iniziativa da parte di non pochi esponenti del centrodestra, tra cui anche alcuni parlamentari e assessori regionali leghisti. Dopo che la giunta di centrodestra di Abbiategrasso aveva concesso gli spazi per il raduno neofascista, poi, 22 sindaci della zona avevano scritto una lettera aperta per dissociarsi dalla manifestazione e chiedere che venisse annullata. Il 5 luglio, inoltre, la senatrice sopravvissuta ai campi di sterminio nazista, Liliana Segre aveva scritto un'interrogazione urgente al ministro dell'Interno Matteo Salvini chiedendogli di revocare l'autorizzazione alla festa in funzione della sua pericolosità e anticostituzionalità. Ma anche l'appello della Segre, che nel 1945 fu tra i soli 25 bambini reduci di Auschwitz, era rimasto inascoltato.

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