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L'organizzatore del "festival" è il genero del boss. Sulla locandina anche il nome del sindaco

Succede a Corsico per il primo festival dello stocco di mammola (piatto tipico reggino). I carabinieri mandano un'informativa in prefettura, il primo cittadino ritira il festival

Il primo festival dello stocco di mammola si sarebbe dovuto tenere a Corsico nel weekend del 22 e 23 ottobre. Ma è stato rinviato. Motivo, tra gli organizzatori c'è il parente di un boss della 'ndrangheta. A divulgare la "scomoda" presenza, sulla locandina ufficiale, è stata l'ex sindaco di centrosinistra Maria Ferrucci, ma è facile immaginare che nella piccola cittadina del sud-ovest milanese lo sapessero tutti. Tutti tranne il sindaco in carica, Filippo Errante, di centrodestra, che - sentito dal Corriere - sarebbe caduto dalle nuvole e poi, dopo qualche ora, avrebbe appunto messo in atto il dietrofront e rinviato il festival a data da destinarsi. 

Eppure sulla locandina c'era anche il nome di Errante, oltre a quello dei suoi assessori Maurizio Mannino e Giacomo Di Capua, sotto al nome che ha generato la polemica: Vincenzo Musitano, panettiere in via Montello, con un piccolo precedente penale di poco conto che risale al 1989. Ma l'albero genealogico di Musitano ha preoccupato più di un corsichese, quando il suo nome è stato visto associato a mezza amministrazione per un festival che, peraltro, riguarda un prodotto tipico non certo della Lombardia bensì di Reggio Calabria (la Lega Nord, in giunta con Errante e partito con più consiglieri comunali, ha qualcosa da dire?). 

Musitano ha due fratelli coinvolti in inchieste sulla 'ndrangheta: uno, in particolare, condannato a 18 anni negli anni '90, poi arrestato nuovamente ma stavolta assolto. E ha sposato la figlia di Giuseppe Perre "Maistru", nato nel 1937 a Platì, figlio di Elisabetta Barbaro e a capo della "cosca Perre". La panetteria, fino al 2007, era stata un circolo di pesca sportiva che, secondo le accuse, di fatto costituiva una "base" del clan Papalia, quello famoso (anche) per i sequestri di persona in anni passati.

Abbiamo dunque un festival a Corsico di un piatto tipico di Reggio Calabria. Nulla di strano, s'intende, ma questo accade mentre la Lega Nord fa di tutto per valorizzare addirittura la "lingua lombarda" e il suo assessore regionale all'agricoltura Gianni Fava lotta come un leone per difendere la mostarda («è il nostro champagne») e altre tradizioni locali. Poi abbiamo un organizzatore legato quantomeno da parentela con i boss della 'ndrangheta. E abbiamo un sindaco e due assessori che associano il loro cognome a quello del genero di "Maistru" senza nemmeno accorgersene (o così, appunto, Errante avrebbe detto al Corriere).

Prima che il sindaco facesse marcia indietro, i carabinieri di Corsico avevano già mandato un'informativa alla prefettura. Se i militari si sono mossi, evidentemente qualche dubbio d'opportunità è legittimo. A questo punto, il sindaco potrebbe evitare di ripararsi dietro un banale «non spetta a me fare i controlli» e spiegare perché ha associato il suo nome a una persona di cui, da "primo cittadino", difficilmente non sapeva niente.

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