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Autonomia, Fontana durissimo: "O si fa o cadrà il governo"

Il governatore leghista della Lombardia all'attacco di "qualche ministro pentastellato" che, a suo dire, "farebbe resistenza"

A ottobre del 2018 prometteva che, per ottenere l'autonomia regionale sui 23 settori che la Costituzione italiana prevede di competenza "concorrente" tra Stato e Regioni, ci sarebbero voluti 15 giorni. A metà gennaio il governatore lombardo Attilio Fontana deve ammettere - in una instervista a Effetto Giorno su Radio24, rilasciata a Simone Spetia - che le cose procedono a rilento. 

Tuttavia resta valido, per il governatore leghista, il termine del 15 febbraio 2019 che era stato indicato come invalicabile dal ministro dell'Interno, e leader della Lega, Matteo Salvini. Il governo ha in mano la bozza dell'accordo proprio da ottobre. Secondo Fontana, "o il governo accetta la bozza, con le modifiche e i chiarimenti che i ministeri avranno apportato, o la risposta dovrà essere intesa come un no".

In questo caso, prosegue Fontana, "qualche considerazione andrà fatta e andrà fatta anche a livello politico perché quella dell’autonomia è una questione su cui noi della Lega e noi come cittadini lombardi non intendiamo derogare". Circa 4 milioni di cittadini lombardi votarono a favore della richiesta di maggiore autonomia da Roma. L'affluenza superò il 40% degli aventi diritto. Era ottobre 2017. C'è voluto un anno per la bozza di accordo da mandare a Roma, e adesso i mesi passano senza che i leghisti possano andare "all'incasso" (politico, s'intende), né a Milano né a Venezia, dove l'affluenza per l'autonomia veneta fu ancora superiore.

"Non sono io a dovere decidere le conseguenze", precisa poi Fontana, facendo un passo indietro dopo averne fatti due avanti. Spetia lo incalza: "O cadrebbe il governo o si romperebbe il suo rapporto, e quello di Zaia, con Salvini?". E Fontana: "Chiaro. Anche se la seconda è un'ipotesi di risulta". Cioè, il rapporto interno tra leghisti resta saldo, semmai ad avere problemi sarebbe la tenuta dell'asse tra Lega e 5 Stelle che tiene in piedi il governo.

Dopo la clamorosa rottura sui 49 migranti in mare, con Salvini che continuava a tenere la linea dura mentre il premier Giuseppe Conte, da Vespa, dichiarava che sarebbe andato personalmente a prenderli in aereo, si profila quindi un altro terreno di scontro per l'alleanza governativa. "I nostri tecnici presenti a Roma", conclude Fontana, "mi confermano che c'è una certa resistenza, in particolare da alcuni ministri del Movimento 5 Stelle". La bozza di accordo è nelle mani innanzitutto della leghista Erika Stefani, ministro per gli Affari Regionali.

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