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Formigoni-Maugeri, la procura della Corte dei Conti chiede 60 milioni al "Celeste"

Secondo la procura contabile, questa è la cifra che Formigoni avrebbe sottratto insieme ad altri con i finanziamenti regionali alla struttura sanitaria di Pavia

Roberto Formigoni, ex presidente della Lombardia in carcere a Bollate dal 22 febbraio per la condanna a 5 anni e 10 mesi per corruzione sul caso della Fondazione Maugeri, rischia di dover risarcire il danno erariale per 60 milioni di euro. A tanto ammonta la richiesta della procura della Corte dei Conti della Lombardia.

Nel 2018 la stessa procura contabile aveva sequestrato a Formigoni circa 5 milioni di euro tra pensione, vitalizi da parlamentare e altri beni. I magistrati hanno ricostruito il "giro" di tangenti di cui Formigoni è accusato insieme ad altri co-imputati ritenendo che dalla Regione siano partiti, sotto forma di "funzioni non tariffabili", finanziamenti pubblici alla Fondazione Maugeri, che in parte (per 60 milioni appunto) sono stati incamerati da persone fisiche, tra cui l'ex governatore.

Il legale di Formigoni, davanti alla magistratura contabile, ha ribattuto che la legge prevede la prescrizione di 5 anni dall'avvenimento (le delibere di giunta che assegnavano il denaro alla Maugeri), un'interpretazione su cui la procura contabile non concorda, ritenendo invece che si debba partire da quando è stato scoperto il danno. Ma, secondo il legale dell'ex governatore, essendo le delibere pubbliche non c'è stata intenzione "dolosa" di "nascondere il danno", per cui occorrerebbe far risalire il conto alla rovescia dalla loro pubblicazione. 

Infine, e questo lo ha sempre sostenuto anche Formigoni, le delibere di giunta erano atti collegiali, non decisioni personali ed esclusive del presidente della giunta.

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