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Ecopass, si ragiona sul dopo referendum: quale ipotesi?

La soluzione più radicale (estensione fino alla 90/91 e pagamento per tutti) toglierebbe 120mila auto ma per alcuni è ingestibile a causa di mezzi pubblici insufficienti

Quale ecopass nell'era Pisapia? Questa la domanda che i tecnici e i "saggi" stanno iniziando a porsi, perché il vecchio ecopass scade a fine settembre ed entro quella data occorre avere una soluzione certa.

L'ipotesi scaturita da sì referendario porterebbe a un'area ecopass estesa fino alla circonvallazione della 90/91 e la trasformazione da pollution charge (pagano i veicoli che inquinano di più) in congestion charge (pagano tutti). Un'ipotesi radicale, che, stando ai "saggi" al lavoro, toglierebbe quasi 120mila auto e furgoni dal traffico quotidiano, riducendo anche di circa il 6% il traffico al di fuori della circonvallazione.

Ma aumenterebbe di circa il 9% (equivalente a qualcosa come 90mila persone in più) la richiesta di mezzi pubblici. E questo è il punto più dolente: è infatti certo che il sistema di trasporto pubblico non sia pronto per un'impennata del genere a ottobre di quest'anno.

Se invece (fermo restando l'estensione alla 90/91) si lasciasse l'impostazione tariffaria attuale, o al limite si aumentassero le tariffe (ad esempio da 2 a 5 euro) per chi già paga, si avrebbe una riduzione globale del traffico di circa il 2%.

L'altra ipotesi è quella di lasciare ecopass lì dov'è, entro la cerchia dei Bastioni (risparmiando tra l'altro il costo dello spostamento delle telecamere). In questo caso l'incremento delle attuali tariffe porterebbe pochi benefici, mentre più significativo sarebbe il passaggio alla congestion charge (pagano tutti).

I "saggi", secondo quanto riporta il Corriere, prima delle elezioni avevano già stilato un piano ottimale per tenere conto di vantaggi (meno auto) e criticità (mezzi pubblici ora inadeguati): congestion charge (pagano tutti) nella cerchia dei Bastioni fino al 2015, successiva estensione alla circonvallazione della 90/91 entro il 2020, preparando il terreno con lo sviluppo dei mezzi pubblici.

 

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