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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Caccia, governo impugna legge regionale lombarda

Lo scontro

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha deliberato giovedì sera di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge della Regione Lombardia n. 17 del 4 dicembre 2018, dal titolo "Legge di revisione normativa e di semplificazione 2018".

La motivazione, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, è che per il governo "alcune disposizioni in materia di caccia invadono la competenza esclusiva dello Stato sulla tutela dell'ambiente e dell'ecosistema".

"Purtroppo il Governo è succube di certe associazioni animaliste che poco hanno a che spartire con la tutela dell'ambiente, della sicurezza e della salute, come dimostrato in materia di controllo del cinghiale", replica Federcaccia Lombardia. "Le modifiche non paiono in contrasto con la legge nazionale, di cui sono solo una logica precisazione", sottolinea Lorenzo Bertacchi, vicepresidente Fidc Lombardia.

In particolare, sarebbero state violate disposizioni statali relative all'annotazione non immediata, sul tesserino venatorio regionale, degli animali selvatici appena abbattuti dal cacciatore; alle distanze di rispetto dai luoghi di lavoro e dai fabbricati rurali in caso di utilizzo dei fucili nell'attività venatoria da appostamento; alla esclusività delle opzioni di caccia praticate o da appostamento fisso con richiami vivi  o in forma vagante, attività che non può essere svolta in entrambe le modalità da parte del cacciatore; alla misurazione delle distanze di sicurezza degli appostamenti di caccia rispetto ai fabbricati, che vanno calcolate tenendo conto delle distanze lineari, a prescindere dalla morfologia del terreno.

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