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Grillo sbraita (ancora) contro Pisapia: "Debito mostruoso"

Filippica del comico genovese contro i sindaci che preparano il campo personale per le Politiche, trascurando i (maxi) debiti delle amministrazioni: "Nel 2013 tutti in bancarotta?"

Non è una grossa novità. Che Giuliano Pisapia non fosse completamente nelle corde di Beppe Grillo già si sapeva. E così, il comico genovese, ancora fresco di querelle con Bersani-Cisl-Benigni, ne ha anche (anzi, meglio, ne ha "ancora") per "il sindaco arancione". Tutto questo dopo la sonora bacchettata per la cittadinanza onoraria al Dalai Lama. 

Sul banco degli imputati il debito del Comune di Milano e l'apparente "calma serafica" del numero uno di Palazzo Marino. Che, ritratto in un tris colorato insieme a De Magistris (Napoli) e Renzi (Firenze), viene additato di voler pensare "al proprio trampolino personale" e poco ai problemi dello scranno più alto di piazza della Scala.

Il debito di Milano, infatti, scrive Grillo o il ghost-writer di Grillo, è di 3mila milioni e 931 euro, ovvero quattro miliardi. Poi seguono, con cifre altrettanto mostre, Torino, Napoli, Genova e Roma.

"Un qualunque sindaco sotto il peso di questi debiti - sbraita il leader del M5S -, come un buon padre di famiglia, non dovrebbe dormire di notte. Quando il debito di un'amministrazione cresce, aumentano le tasse comunali e le tariffe delle municipalizzate, come i trasporti pubblici a Milano, e diminuiscono i servizi ai cittadini. Un Comune può avvitarsi, finire in bancarotta e commissariato come Parma e recentemente Alessandria".

"Potrebbe succedere nel 2013 alle città più indebitate - continua -. L'unica risorsa prima del crack è vendere i beni del Comune (o meglio dei cittadini) all'asta, come avviene a Torino. Eletto lo sindaco, gabbato lo santo. Se un'azienda va in bancarotta, il titolare finisce in galera. Se un Comune va in bancarotta, il sindaco finisce in Parlamento e, magari, diventa pure ministro". 

E invece, cosa fanno i sindaci multicolor, "pagati per risolvere i problemi della città e basta"? "Se ne fregano, chiamati come sono dalla forza del destino, dalla predestinazione dei grandi e dall'ego smisurato a più alti incarichi", incalza Grillo.

Ecco il motivo: "E' tutto un fiorire di sindaci in camper, in conferenza, in televisione, in raduni di partito. Multicolor, in arancione, ma anche in rosso stinto pdimenoelleino o in viola appassito. Liste annunciate e programmi formidabili, pret a porter autunno/inverno saltano fuori ovunque. Chi li ha eletti e gli paga lo stipendio rimane attonito, cornuto e mazziato. I sindaci vogliono portare esperienze e capacità (mai) dimostrate dai Comuni in Parlamento", punta il dito l'Anticasta. 

Notti insonni per la giunta arancione? A dire il vero, l'unico che, finora, si è pubblicamente esposto, è l'assessore alla Cultura Stefano Boeri, che ha dichiarato di voler sfidare Bersani alle Primarie. 

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