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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

I musulmani vogliono un luogo di culto meno “precario”, La Lega: “Falso problema”

L'appello del responsabile del centro islamico di Milano: Vorremmo a nostre spese un luogo di culto non precario. Risponde la Lega Nord: "La mancanza di una nuova moschea è un falso problema"

Un luogo di culto in "regola", non precario ma "dignitoso, come prevede la Costituzione italiana e la Carta dei Diritti dell'Uomo". E' quanto tornano a chiedere, dopo il botta e risposta dell'anno scorso, i rappresentanti della comunità islamica di Milano. Non vogliono costruire una grande moschea e sono disposti a sborsare il denaro necessario.

La polemica sui luoghi di culto musulmani rischia di infuocare la politica estiva meneghina, con il Ramadan alle porte: da domani, per il terzo anno consecutivo, i musulmani milanesi celebreranno il mese sacro sotto il tendone del teatro Ciak.

Già nel 2008 si trattava di una oluzione temporanea, come temporanea doveva essere la sistemazione del Palasharp dove da oltre due anni i musulmani si raccolgono per la preghiera del venerdì. "Questa situazione di precarietà tocca quasi 100 mila cittadini milanesi eppure il Comune non sembra volerla affrontare". Sono le parole di Abdelhamid Shari il responsabile del centro islamico di viale Jenner. Facendosi portavoce della sua comunità, una delle più numerose d'Italia, chiede a Palazzo Marino di poter acquistare un immobile per farne luogo di culto decoroso.

Per il momento, all'appello, ha risposto Davide Boni, presidente del Consiglio Regionale della Lombardia: "La mancanza di una nuova moschea a Milano è "un falso problema"". Secondo Boni serve per prima cosa "ristabilire l'ordine" e chiudere tutti i centri nati in barba alle norme urbanistiche. Quindi si chiudano il centro di viale Jenner e quello di via Padova, che rappresentano palesi violazioni di tutte le norme urbanistiche, e poi si può avviare un ragionamento. E' mai possibile che il Comune di Milano abbia dato l'Ambrogino d'oro a uno come Asfa che in via Padova ha fatto uno dei più grandi abusi edilizi realizzando un luogo di culto senza nessuna autorizzazione?"

Questa mattina, però, un altro esponente politico - Giuliano Pisapia - aveva paventato l'ipotesi di rifare ex novo il piano di governo del territorio perchè "rappresenta interessi totalmente diversi da quelli di chi vive a Milano". Pisapia - candidato del centrosinistra alle primarie per il sindaco di Milano - ha rilasciato la dichiarazione intervenendo alla commemorazione della strage di Piazzale Loreto. Chi vincerà il braccio di ferro politico prima ancora che sociale, in questa Milano d'agosto, è ancora tutto da vedere.

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