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Case di lusso a "potenti" a prezzo stracciati: non c'è pace per il Pat

Dopo gli scandali di Tangentopoli, e la bufera dello scorso anno, raffica di perquisizioni; indagato anche il direttore generale Fabio Nitti

Non c'é pace per il Pio Albergo Trivulzio, la storica istituzione di assistenza agli anziani, vent'anni fa travolta da 'tangentopoli' con l'arresto di Mario Chiesa, e un anno e mezzo fa circa finita nella bufera per il cosiddetto 'scandalo affittopoli'.

Giovedì è arrivata una 'raffica' di perquisizioni con la Gdf milanese che è entrata alla 'Baggina' per notificare un decreto anche al direttore generale, Fabio Nitti, indagato in una nuova inchiesta, che ha viaggiato sotto traccia finora, su una serie di vendite sospette del patrimonio immobiliare dell'ente, tra cui due palazzi, per un totale di quasi 2200 metri quadri, in pieno centro a Milano.

L'indagine, affidata al procuratore aggiunto milanese Maurizio Romanelli e condotta dal nucleo di polizia tributaria, é partita proprio con l'acquisizione di quei contratti d'affitto a prezzi stracciati 'offerti' dal Pio Albergo Trivulzio a personaggi noti - e il cui elenco all'inizio del 2011 venne consegnato dall'istituto anche alla Commissione Casa e Demanio del Comune - ma anche di quelli riguardanti alcuni immobili ceduti in locazione dalla Fondazione Policlinico, o assegnati dall'Aler (l'azienda milanese che si occupa di edilizia popolare) e dall'azienda servizi alla persona Golgi-Radaelli.

Rispetto al caso 'affittopoli', però, da quanto si è saputo, l'inchiesta - che vede al momento 7 indagati, accusati a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato, turbativa d'asta e abuso d'ufficio - ha fatto un 'salto di qualita'' andando a scavare nelle modalità di vendita di immobili di pregio ceduti dal Pat a diversi immobiliaristi, a prezzi bassi e sospetti, secondo l'accusa, e al termine di presunte gare truccate, tra il 2008 e il 2010.

Non è bastato, dunque, il 'repulisti' ai vertici dell' istituto: prima la nomina di Emilio Triaca a commissario straordinario e poi il nuovo cda, lo scorso ottobre. Il blitz odierno della Gdf punta, infatti, a ricostruire come due dei 'gioielli' del patrimonio immobiliare del Pat - il palazzo di piazza Santo Stefano 12, sede dell'associazione degli ex Martinitt da 1800 metri quadri e l'immobile di vicolo Santa Caterina 3, parte integrante del Mausoleo Trivulziano da 350 metri quadri - siano potuti finire 'in mano' all'immobiliarista e gioielliere Stefano Spremberg, anche lui indagato (é assistito dall'avvocato Andrea Soliani), per poco meno di 12 milioni di euro, con un gara indetta in poco più di due settimane nel 2010.

Nell'inchiesta poi, oltre al dg Nitti, e a due ex vertici dell'istituto, sono indagati anche Andrea Bezzicheri - uno dei fornitori del San Raffaele di Milano, imputato nel processo per il crac dell'ospedale con il faccendiere Pierangelo Daccò - e altri due immobiliaristi, tra cui S.D.

Le operazioni di vendita "a blocchi", sui cui ci sono seri dubbi sia sul prezzo finale d'acquisto per compratori "avvantaggiati", che sulle modalità della gara pubblica - riguarderebbero una decina di immobili in tutto e anche una serie di palazzi e appartamenti in altre zona di prestigio, come corso Sempione e via Guerrazzi -: le delibere 'nel mirino' sono quelle del dicembre 2007 e del novembre 2008. Come risulta dai documenti del Pat, tra gli altri, anche l'assessore regionale alla Casa, Domenico Zambetti, avrebbe acquistato un appartamento in corso Sempione con un "diritto di prelazione sull'acquisto riservato all'inquilino". Stessa cosa per Carla Vites, moglie di Antonio Simone, l'ex assessore regionale Dc finito in carcere nell'inchiesta Maugeri, che ha comprato con analoga modalità un appartamento in via Guerrazzi.

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