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Majorino: “Il sindaco non è il paladino del verde in città”

Pierfracesco Majorino è il capogruppo in consiglio comunale per il Partito Democratico. Con lui abbiamo parlato dei recenti sviluppi del settore "edilizio" cittadino: dalla richiesta di commissariamento targata Ligresti, al Pgt alle possibilità urbanistiche di Expo

L'edilizia è uno egli argomenti caldi al momento per l'amministrazione milanese. L'imprenditore Salvatore Ligresti ha appena chiesto alla Provincia il commissariamento del Comune, per inadempienze edilizie e lunedì la maggioranza ha approvato le linee guida del piano di governo del territorio, che sostituirà il vecchio piano regolatore. Per non parlare della pioggia di finanziamenti per Expo, che per la maggior parte verranno spesi in infrastrutture. Abbiamo intervistato a riguardo Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale.

Giusto qualche giorno fa delle società della galassia Ligresti hanno chiesto alla Provincia di Milano di commissariare il comune per degli appalti edilizi bloccati. Come valuta la richiesta?

Ma la richiesta è piuttosto singolare e racconta di un’atmosfera torbida ed incerta in relazione a quella che è la gestione dell’urbanistica a Milano e in particolare in relazione alla stabilità di un’amministrazione comunale che sembra isolata.

Non mi convince la lettura fatta da più parti per cui il sindaco è il paladino del verde che si oppone alla cementificazione selvaggia.

Secondo lei che cosa dovrebbe fare la Provincia per risolvere questo problema?

Bisogna  capire quali sono le motivazioni per cui la richiesta è stata fatta e queste non sono ancora chiare. Ci troviamo di fronte ad un avvertimento sul piano di governo del territorio che ci apprestiamo a valutare oppure è una necessità di espletare delle pratiche burocratiche?

Intanto chiediamo che si faccia trasparenza, non abbiamo neanche le carte formali. Masseroli, assessore all’Urbanistica, dice che nemmeno lui è in possesso dei documenti ufficiali. Ci troviamo di fronte ad una situazione surreale, se l’assessore dice in consiglio comunale che non ha le carte riguardanti la richiesta di commissariamento presentata da Ligresti. La situazione comunque  non promette nulla di buono.

Che rilevanza ha sul tessuto economico-sociale cittadino il settore edilizio?


Beh è evidente che in città è un settore trainante, che forse deve essere rimesso in moto con buone idee. Noi pensiamo che proprio ora che si discute di piano di governo del territorio, si deve aprire una nuova stagione che risponda ai bisogni di casa ed abitazione fatte in particolare da giovani coppie, da single, da studenti. Tutte tipologie verso cui la città si è dimostrata poco accogliente in questi anni.

E poi pensiamo che si debbano difendere gli spazi pubblici e il verde, per una città in cui la qualità della vita sia salvaguardata. Devo dire che non mi convince un approccio resistenziale all’edificabilità: il punto non è tenere tutto immobile, Milano non deve aver paura di crescere e di nuove costruzioni: il problema è cosa e come si fa.

Un aspetto molto importante per noi è il risparmio energetico. Ciò che si costruisce è ad impatto zero? E’ servito? Questi sono i temi veri di cui vorremmo che si discutesse. L’amministrazione comunale però non ci mette in condizione di farlo, perché fino ad oggi hanno blindato la discussione sul piano di governo del territorio.

Proprio su questo argomento: Palazzo Marino ha presentato le nuove linee guida  del piano di governo del territorio, che voi avete criticato. Che cosa non va nello specifico secondo voi?


Intanto, come dicevo prima, bisogna capire quali sono gli interventi di qualità che garantiranno la tutela della vivibilità cittadina. Il fatto che non si discuta poi del piano dei servizi, ovvero tutte quelle politiche pubbliche che devono accompagnare le nuove costruzioni, ma solo di metri cubi non promette nulla di buono.

Ancora una volta ci sembra che l’interesse del Comune sia orientato su come e quando costruire senza pensare al perché si fa.

Non si può parlare di edilizia senza parlare di Expo. Che opportunità offre a Milano questo evento?

Expo è un’occasione che non si può perdere, però non bisogna farne ne una torta da spartire per pochi ma farla diventare un’opportunità di sviluppo per la città.

Il nuovo progetto presentato recentemente è per noi un passo avanti che va nella direzione della sostenibilità agricola. Semmai il problema è che non si capisce quanti soldi ci saranno a disposizione per i progetti e questo può condizionare gli interventi.

Mi spiego: se i finanziamenti vengono tagliati dal governo, dove si abbattono questi tagli? E se i tagli vanno nella direzione di limitare un consumo intelligente del suolo saremo sicuramente contrari.

Per quanto riguarda invece il rischio reale di infiltrazioni mafiose nella macchina “edilizia” di Expo?

Si dovrebbe innanzitutto decidere di occuparsene. C’è stato un timido tentativo regionale, malamente costituito, per fare dei controlli. Il Comune invece, bocciando la commissione anti-mafia ha palesato la sua intenzione di non occuparsi del tema.

A mio parere questo è un grande errore, perché non ci troviamo davanti ad un rischio di infiltrazione ma ad un processo già in atto nel tessuto economico-produttivo lombardo e cittadino. Non è che le infiltrazioni mafiose sono una eventualità, sono una forza in campo aggressiva che va contrastata con tutta l’efficacia possibile.

Lei qualche giorno fa ha detto che “Stanca sta cercando di fare di Expo un affare del centrodestra”. Come mai?


Confermo la mia affermazione. Mi pare evidente che dal punto di vista della gestione delle istituzioni facciano tutto “molto tra di loro”, come se Expo fosse una sfida che non riguarda tutta la città.

Non dimentichiamoci che è stato il Governo Prodi ad indicare Milano come sede per l’Esposizione Universale e avrebbe potuto benissimo prendere in considerazione una città governata dal centro-sinistra. Cosa che evidentemente non è avvenuta.

Se è stato fatto, è perché abbiamo ritenuto cruciale (al di la di chi governa Milano) questa opportunità per la città. Ripeto: non è una torta da spartirsi. E’ una grande opportunità per la città che necessità chiarezza e trasparenza. E in questo momento mi sembra che quest’ultima manchi.


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