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Politica Turro / Via Giuseppe Giacosa

Scuola Trotter, i bambini invitati a cantare per lo ius soli: scoppia la polemica

Polemiche sull'iniziativa promossa da un gruppo di insegnanti per il 3 ottobre a favore della legge sullo "ius soli - ius culturae" e per i diritti e doveri di cittadinanza ai bambini stranieri

Diventa un caso politico una festa extrascolastica sul tema dell'accoglienza e dell'inclusività. L'intero centrodestra schierato contro l'Istituto Giacosa - Casa del Sole (Parco Trotter) e il suo dirigente, Francesco Muraro. E la politica che tira per la giacchetta le attività dei bambini.

La pietra dello "scandalo" è una iniziativa (il cui volantino è firmato "Le insegnanti e gli insegnanti dell'Ic Giacosa") prevista per il 3 ottobre alle 16.30 nel piazzale del Parco Trotter, vicino alla scuola, dal titolo "Nella mia scuola nessuno è straniero". L'iniziativa prevede il canto corale dell'inno nazionale italiano da parte di tutti i bambini che vi parteciperanno. 

Il contenuto è sicuramente politico: nel volantino si fa esplicito riferimento alla (e difesa della) proposta di legge sullo "ius soli - ius culturae", vòlta a facilitare l'ottenimento della cittadinanza da parte di ragazzi stranieri nati in Italia (oggi per loro è possibile al compimento dei 18 anni ma solo per un anno).

«Il ministero ci ricorda che abbiamo alunni "con cittadinanza non italiana" - scrivono i promotori - ma ogni giorno a scuola viviamo una realtà molto diversa. Questo ragazzi si sentono semplicemente studenti che imparano, giocano, mangiano, discutono e scoprono il mondo insieme ai loro compagni di classe. Sono diversi? Certo, perché conoscono almeno due lingue e due culture, e sanno apprezzarle entrambe».

E poi il passaggio più politico. Si legge: «Non sono "italiani" perché non hanno la cittadinanza? E' una distinzione che non ha più ragion d'essere. E allora come possiamo accettare di avere in classe alunni che non sono cittadini a tutti gli effetti? Per questo chiediamo i diritti e doveri di cittadinanza piena per i nostri bambini e ragazzi: impegniamoci tutti a difendere la legge "ius soli - ius culturae" già approvata dal Parlamento», con un piccolo errore: è stata infatti al momento approvata solo alla Camera, ma non è ancora stata calendarizzata al Senato perché mancherebbe qualche decina di voti per approvarla.

Infine la comunicazione di Muraro, il dirigente scolastico, che «in riferimento all'iniziativa in oggetto, alla quale numerosi insegnanti hanno aderito a titolo personale», chiede ai genitori di dare il consenso scritto all'accompagnamento alla manifestazione. Muraro specifica anche che «tutti gli altri genitori potranno ritirare i loro figli nei luoghi, nell'orario e con le modalità abituali».

Il centrodestra contro Muraro e gli insegnanti dell'istituto

Insomma: chi vuole lascia che i figli vadano alla manifestazione, chi non vuole li va a prendere fuori da scuola come al solito. Massima libertà, a quanto pare. 

Il centrodestra si scaglia contro l'iniziativa e anche contro il dirigente scolastico, paventando un «indottrinamento politico», come si esprime Samuele Piscina, presidente del Municipio 2 (Lega Nord), secondo cui «la volontà degli insegnanti sembra essere quella di indottrinare i più piccoli facendoli partecipare a una vera e propria manifestazione di protesta per chiedere l’approvazione della legge».

«La manifestazione è chiaramente politica - aggiunge Riccardo De Corato, consigliere regionale di Fratelli d'Italia - e la comunicazione ufficiale mette i genitori in una posizione scomoda e in grande difficoltà se volessero rifiutare l'invito. Ho presentato quindi un'interrogazione in consiglio regionale». E Silvia Sardone, consigliera comunale di Forza Italia, attacca: «Non ci si poteva aspettare altro da un plesso dove è abitudine far cantare ai bambini "Bella Ciao" e altri canti partigiani. Si infrangono le speranze che l'arrivo di un nuovo dirigente scolastico potesse cambiare le cose in meglio in uno dei plessi più politicizzati di Milano». Per Sardone è «scandaloso che siano stati usati i bambini per recapitare gli inviti a una manifestazione pro ius soli inserendoli nei diari, sollecitandoli anche a farlo visto che i genitori mi hanno riferito della loro insistenza nel darglielo una volta giunti a casa».

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