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Manifesti anti-pm, Lassini fa dietrofront: "Non li ordinai io"

L'ex candidato del Pdl accusato di vilipendio alla magistratura per i cartelloni "Via le Br dalle procure" si difende in tribunale: "Li vidi solo dopo l'affissione"

Molti ricorderanno i manifesti contro la magistratura affissi a Milano nell'aprile scorso che avevano suscitato molto scalpore. "Via le Br dalle procure" recitavano i cartelloni che fecero aprire un'inchiesta per vilipendio all'ordine giudiziario. Il principale imputato è Roberto Lassini, ex candidato del Pdl alle elezioni comunali (poi dimessosi dopo le polemiche) che all'epoca ammise di essere il "mandante" dei manifesti.

Lunedì mattina però, davanti ai pm di Milano Pomarici e Pradella, Lassini ha smentito tutto presentando la propria difesa: "Quei manifesti non li ho ordinati io, li ho visti per la prima volta quando sono stati affissi", ha spiegato in sostanza l'ex sindaco di Turbigo, che nella propria deposizione ha riportato anche una e-mail del 2 marzo del 2011 che dimostrerebbe la sua innocenza.

Nell'e-mail Lassini rispondeva a Giacomo Di Capua, ex capo della segreteria politica del parlamentare Pdl Mario Mantovani, affermando che alcune bozze dei manifesti che aveva visionato non andavano bene perchè apparivano "attacchi diretti alla magistratura". L'avvocato Steccanella quindi sostiene che Lassini non abbia commesso il fatto contestato.

I pm hanno domandato a Lassini quale fu la reazione di Mantovani, coordinatore del Pdl in Lombardia, alla notizia che Di Capua aveva ordinato l'affissione dei manifesti: pare che non la prese bene, e Di Capua fu allontanato dalla segreteria politica. Anche quest'ultimo è stato sentito pochi giorni fa e la sua difesa pare abbia puntato sul diritto di critica.

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