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"Clandestini" anziché "richiedenti asilo" sui manifesti: Lega condannata

I manifesti, a Saronno, definivano "clandestini" 32 persone che avevano richiesto protezione internazionale. Lega Nord condannata per discriminazione

Usare la parola "clandestini" quando ci si riferisce ai richiedenti asilo è un reato. La Lega Nord è stata condannata dal tribunale di Milano per i discussi manifesti affissi a Saronno nella primavera del 2016, nei quali veniva contestato l'arrivo di 32 migranti, tutti richiedenti asilo, in un convento di suore.

«Saronno non vuole clandestini. Renzi e Alfano vogliono mandare a Saronno 32 clandestini: vitto, alloggio e vizi pagati da noi», recitava il manifesto. Le due associazioni Asgi e Naga hanno presentato un esposto in tribunale e i giudici hanno deciso per il rinvio del giudizio a febbraio 2017, coinvolgendo direttamente la sede federale (nazionale) di via Bellerio in quanto la sezione locale di Saronno della Lega non ha personalità giuridica. 

Ora è arrivata la sentenza: il giudice civile Martina Flamini (prima sezione) ha condannato la Lega Nord per discriminazione e al pagamento di 10 mila euro di danni (5 mila per ciascuna associazione) più 4 mila di spese processuali. "Clandestino", per il giudice, contraddistingue «il comportamento delittuoso - punito con una contravvenzione - di chi fa ingresso o si trattiene nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni del Testo Unico sull'immigrazione», ragion per cui ha «una valenza denigratoria e viene utilizzato come emblema di negatività».

Usare "clandestino" significa quindi riferirsi a chi è in Italia senza diritto ma non è il caso di quei trentadue, che invece avevano tutti presentato domanda di protezione internazionale e - come tali - non sono affatto clandestini. Esercitano infatti un loro diritto e, in attesa del riconoscimento o meno della loro domanda, viene loro conferito un permesso di soggiorno temporaneo in Italia.

Se quindi "clandestino" per "richiedente asilo" è obiettivamente errato, il resto del manifesto non è da meno. Scrivere che gli italiani pagano «vitto, alloggio e vizi» ai «clandestini» mentre «ai saronnesi tagliano le pensioni e le tasse», come proseguiva il manifesto, «veicola l'idea fortemente negativa che i richiedenti asilo costituiscano un pericolo per i cittadini».

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