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"Milano orgogliosa di essere città europea: solidarietà a Mattarella": la lettera di 8 sindaci milanesi

Da Albertini a Tognoli. Tutti nella difesa comune del presidente della Repubblica, in queste ore pesantemente sotto attacco da parte di esponenti leghisti e pentastellati

8 sindaci di Milano in difesa di Sergio Mattarella. Non ha probabilmente precedenti il documento firmato nelle scorse ore da 8 primi cittadini che si sono seduti, negli ultimi 40 anni, sullo scranno più alto di Palazzo Marino. Sinistra, centrodestra. Da Albertini a Tognoli. Tutti nella difesa comune del presidente della Repubblica, in queste ore pesantemente sotto attacco da parte di esponenti leghisti e pentastellati dopo la decisione di non sostenere l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Si tratta di Giuseppe Sala, Giuliano Pisapia, Letizia Moratti, Gabriele Albertini, Marco Formentini, Gianpiero Borghini, Gianpaolo Pillitteri e Carlo Tognoli. 

"Abbiamo avuto e abbiamo l’onore di amministrare la città di Milano nel corso delle diverse stagioni politiche degli ultimi decenni, sostenuti da maggioranze alternative, per effetto della libera espressione democratica dei milanesi. Pur con orientamenti politici e stili personali anche molto differenti, abbiamo gestito l’incarico con la consapevolezza che l’istituzione comunale era a noi affidata da tutti i cittadini e non solo da quelli della nostra parte politica", scrivono i primi cittadini.

"Per noi il ruolo del Sindaco è innanzitutto di garante dell’unità e della coesione della nostra comunità, il che rappresenta uno degli elementi decisivi nel mantenimento di un solido tessuto democratico, anche in periodi molto difficili per la nostra Repubblica. Abbiamo sempre avuto come faro il rispetto delle istituzioni repubblicane e, prima di ogni altra, della Presidenza della Repubblica. Essenziale è sempre stato il suo ruolo di supremo garante dell’unità nazionale, compito insostituibile proprio per il lavoro dei rappresentanti degli ottomila comuni d’Italia", continuano.

"Per questo ci sentiamo in dovere di esprimere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la più ampia ed incondizionata solidarietà e sostegno per l’azione di garanzia della Costituzione, dell’unità nazionale e degli impegni internazionali svolta durante tutto il periodo successivo alle recenti elezioni politiche. Al contempo, affermiamo con grande convinzione il nostro credo nei valori europei. Ritenendo assolutamente sbagliato anche il solo mettere in dubbio la partecipazione del nostro Paese alla grande comunità europea, ribadiamo che Milano è e sarà sempre una città aperta e internazionale, rispettosa dei valori democratici e fiera di sentirsi profondamente italiana e europea. Milano non teme il cambiamento, anzi lo incoraggia, lo governa, lo vuole", proseguono.

"Le istituzioni devono stare al passo con i tempi, vale per i Comuni, per le Regioni, per la Repubblica e vale anche per l’Unione Europea, che deve sapersi aggiornare per restare in sintonia autentica e visibile con i cittadini. Ma nulla si cambia in modo virtuoso agendo senza misura e senso di responsabilità, oggi più che mai", concludono.

Le reazioni alla lettera

"A quanto pare il presidente incaricato Cottarelli non avrebbe neanche una lista di ministri già redatta dimostrando come Mattarella abbia fatto un’operazione al buio a danno del centro-destra e del governo del cambiamento", risponde in una nota Alessandro Morelli, capogruppo della Lega a Palazzo Marino. "I sindaci di 40 anni fa hanno vissuto un mondo politico differente, mentre gli ultimi sindaci non mi pare si occupino più di politica. Rispettare la parola degli elettori italiani è la prima regola che chiunque, dal Presidente Repubblica al consigliere di municipio, dovrebbe rispettare sempre".

"Non stupisce più di tanto la retorica nota congiunta dei Sindaci di Milano in sedicente difesa del dettato Costituzionale. Si tratta di uno degli ultimi colpi di coda dei partiti morenti, che dopo essersi azzannati per anni per uno spicchio di potere, oggi si trovano paradossalmente uniti contro chi intende portare nelle istituzioni gli interessi delle persone contro quelli dei soliti noti. Ciò che però dispiace è che, pur a fronte di cotanto dichiarato spirito democratico, non hanno speso una parola circa il diritto delle forze che rappresentano più del 50% del parlamento di costituire un governo politico senza ingerenze di sorta. Forse, in fondo, anche loro pensano che i mercati debbano educare gli italiani così che questi votino a comando", rincara la dose il capogruppo M5S in Comune, Gianluca Corrado. 

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