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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Manovra: Palazzo Marino vende quote Serravalle, incasso 90 mln

Il Comune di Milano ieri sera ha deciso di affidarsi alle società controllate Serravalle, Sea, multiutility A24 e Atm, per ripianare i tagli dello Stato e rispettare il patto di stabilità

Il Comune di Milano venderà le sue quote nella società autostradale Serravalle, per ottenere una plusvalenza di 90 milioni di euro per far fronte ai tagli dei trasferimenti statali e ai vincoli del patto di stabilità che pesano sul suo bilancio di previsione 2011. Lo ha deciso la giunta Moratti ieri in serata.

Il patto di stabilità prevede infatti che Palazzo Marino contribuisca al saldo attivo della finanza pubblica con un saldo programmatico positivo di 187 milioni di euro, una cifra che è comunque inferiore ai 226 milioni di euro originariamente previsti, grazie alle probabili modifiche delle regole del patto inserite nella nuova legge di Stabilità.

Non volendo aumentare le tariffe comunali né ridurre il ventaglio dei servizi offerti, al Comune restavano poche altre strade per far fronte ai rigori di bilancio chiesti dalla manovra finanziaria.

Nella manovra, oltre alla collocazione in Borsa della società aeroportuale Sea (da cui Palazzo Marino conta di incamerare 160 milioni di euro), si prevedono dividendi per 83 milioni dalla multiutility A2A e altri 50 milioni di euro da incassare da Atm, l'azienda del trasporto pubblico.

"Crediamo che in un momento di difficoltà - ha spiegato l'assessore al Bilancio Giacomo Beretta - anche le partecipate, che rappresentano un bene per la nostra collettività, debbano dare un loro contributo: la richiesta di dividendi è stata fatta in pieno accordo con il management ed è stata calibrata per non intaccare le leve finanziarie delle società".

Inoltre il Comune di Milano dovrà far fronte a minori trasferimenti dallo Stato per 54 milioni di euro, al taglio di 40 milioni di euro per il trasporto pubblico locale, al mancato introito di 60 milioni per il contributo Cip6 e all'impossibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione in spesa corrente.

"Nonostante questo - ha affermato Beretta - riusciremo a mantenere tutta l'offerta dei servizi, a non mettere mano nelle tasche dei milanesi e a continuare a investire nelle infrastrutture per la città". Oltre ai dividendi, il Comune ha previsto come ulteriori fonti di entrata 25 milioni da condono edilizio, circa 7,5 milioni dalla lotta all'evasione tributaria e 135 milioni di euro dalle plusvalenze legate alla dismissione del proprio patrimonio immobiliare.
 

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