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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cannabis terapeutica, alla fine la Regione esaminerà la proposta popolare

Il presidente del consiglio regionale ha promesso: o a dicembre o a gennaio. Ma De Corato si scaglia: "Faremo ostruzionismo". Ed evoca i casi dei bambini intossicati dall'hashish

Il consiglio regionale lombardo discuterà certamente delle due proposte di legge d'iniziativa popolare su cannabis terapeutica e fine vita in questa legislatura. E' l'assicurazione del presidente del consiglio, il popolare Raffaele Cattaneo, che martedì 5 dicembre ha concesso alle commissioni competenti una proroga di altri quindici giorni per completare l'esame dei due progetti di legge, ma ha anche avvertito che (se questo esame non sarà completato) i due testi saranno inseriti all'ordine del giorno dell'aula o per il 21 dicembre o alla prima seduta di gennaio.

La questione ha aperto però un fronte politico, con Fratelli d'Italia nettamente contraria soprattutto a discutere la proposta sulla cannabis terapeutica: «Un secondo bambino è finito in ospedale con tracce di Thc nel sangue», tuona Riccardo De Corato, affermando esplicitamente che, con la cannabis terapeutica "libera", i casi di questo tipo potrebbero aumentare. In poco tempo è infatti la seconda volta che un bambino assume inavvertitamente il principio attivo di hashish e marijuana e, in entrambi i casi, almeno uno dei due genitori è consumatore abituale. 

Ha fatto particolarmente scalpore il caso del bimbo di venti mesi ricoverato al Buzzi, ora fuori pericolo, che secondo la madre avrebbe forse ingerito l'hashish per sbaglio ai giardinetti, anche se gli investigatori non credono affatto a questa spiegazione e preferiscono ipotizzare che il piccolo avesse trovato l'hashish in casa, conservato dal padre consumatore. 

Il secondo episodio (precedente in realtà, ma di cui si è saputo solo dopo) riguarda un bambino di sette anni al San Paolo in forte agitazione psico-motoria con episodi di aggressività. La madre, in questo caso, ha parlato dell'ingestione di uno sciroppo di cui però in casa non è stata trovata traccia. Non è escluso dagli investigatori che, invece, qualcuno in famiglia gli abbia fatto ingerire hashish per calmarlo.

«La legge sull'uso terapeutico della cannabis, per noi, è l'anticamera alla legalizzazione e siamo disposti anche all'ostruzionismo per fermarla», è il commento di De Corato mentre, sul Corriere, il procuratore minorie Ciro Cascone rilascia dichiarazioni di stampo proibizionistico.

Il succo del ragionamento di Cascone è: la cultura sociale sta cambiando, in molti ambienti le droge leggere («non si sa fino a che punto lo siano», dice) sono «sdoganate», quindi i bambini rischiano d'imbattersi nell'hashish girando per casa. « A Milano aprono, nell’indifferenza generale, negozi che vendono cannabis, semi da piantare, oli e fiori di canapa per infusi, e ultimamente anche veri e propri pezzi di "fumo" in cosiddetta versione "light", depotenziata, con proporzioni basse e "legali" di Thc e alte di Cbd, il cannabidiolo rilassante, digestivo e antinfiammatorio. Periodicamente poi ci sono festival e fiere della cannabis», è una delle dichiarazioni di Cascone. 

Il procuratore ci tiene a specificare che il mercato delle droghe leggere non è affatto liberalizzato, ma tutti gli esempi che cita (come i negozi che vendono i prodotti di cui sopra) sono perfettamente leciti e legali.

Cannabis per uso terapeutico: la proposta d'iniziativa popolare

Nel 2016 la Regione Lombardia ha recepito un provvedimento del Ministero della Salute con cui si individuavano cinque patologie per le quali sarebbe stato possibile curarsi con la cannabis, con spesa a carico del servizio sanitario regionale, ma rigorosamente somministrata in ospedale ed acquistata presso l'unico centro di produzione autorizzato in Italia, l'Istituto farmaceutico militare di Firenze. 

Tuttavia ancora nel 2017 - mancando una legge regionale attuativa ad hoc - per i pazienti lombardi non era di fatto possibile farsi rimborsare la cura a base di cannabis dal servizio sanitario. Un problema che potrebbe essere risolto proprio dalla legge d'iniziativa popolare, per esaminare la quale il consiglio regionale è già in ritardo (enorme). 

L'offensiva proibizionista, come abbiamo visto, sta sfruttando la leva dei casi di bambini intossicati dall'hashish: i due milanesi e anche la bimba di diciassette mesi ricoverata, a settembre, all'ospdale di Legnano con chiari sintomi di esposizione da Thc. Secondo le parole di Cascone, il pm minorile, i bambini rischiano sempre più di entrare in contatto con la marijuana e l'hashish in casa perché si tratta di "sostanze sdoganate", ma occorrerebbe riflettere se questo sia un motivo sufficiente per schierarsi dalla parte di chi vuole mantenere proibizioni che in sempre più parti del mondo vengono accantonate. In effetti, a ben pensarci, i bambini sono già esposti, nelle case, a innumerevoli potenziali pericoli, tra medicine, alcolici e così via. Nessuno però si sognerebbe di vietare gli alcolici per evitare il contatto di un bambino con una bottiglia di vino: di solito quest'incombenza spetta ai genitori.

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