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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Maroni non si ricandida: ruolo da premier? Salvini: "Non può fare nulla"

Il segretario della Lega duro nei confronti del governatore uscente. Ma anche Berlusconi "chiude" a ruoli romani

Nel 2013, quando decise di candidarsi a presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni (più volte ministro in passato) disse, più o meno, che la presidenza della locomotiva italiana valeva più degli incarichi romani. Lo stesso concetto viene ripreso dal suo segretario Matteo Salvini, intervistato da Oscar Giannino e Luca Telese su Radio 24 nel "day after" della rinuncia alla ricandidatura da parte di Maroni. 

«Se lasci il tuo incarico in Regione Lombardia, che vale molto più di tanti ministeri, evidentemente in politica non puoi più fare altro», rintuzza il segretario federale della Lega ai microfoni della radio: «Mi pare addirittura ovvio, la Lombardia è il terzo motore d'Europa, conta più di 10 milioni di abitanti, è la capitale italiana dell’impresa, dell’innovazione, della ricerca. Quindi è chiaro che se sei soddisfatto e ti senti arrivato per quello che hai fatto, evidentemente non puoi fare altro».

Alla Lega è spettato il nome del sostituto. E la scelta è ricaduta su Attilio Fontana, in passato presidente del consiglio regionale e, per due mandati, sindaco di Varese. Un nome che Berlusconi vuole valutare attraverso i sondaggi, per cui manca ancora l'ufficialità. Nel Carroccio, però, c'è un altro problema: i "salviniani" di più stretta osservanza non si fidano più di Berlusconi. Ritengono che la mossa di Maroni celi un patto col Cavaliere per la premiership. Di qui, probabilmente, lo stop di Salvini: «Non puoi fare altro». Il segretario ha parlato di ministeri, ma è chiaro che si riferisca anche al ruolo di presidente del consiglio.

Lo stesso stop, sempre martedì 9, è arrivato anche da parte di Berlusconi, inaspettato, su Radio Capital. «Escludo nella maniera più assoluta» un ruolo politico e di governo per Roberto Maroni», ha affermato il leader di Forza Italia: «Nessun accordo segreto con Maroni. Se motivi personali lo spingono a scegliere di non ricandidarsi in Lombardia è impensabile si possano ipotizzare per lui ruoli politici e tantomeno impegni di governo».

Il diretto interessato, per ora, non fa capire cosa intende fare. «Continuo a ricevere centinaia di messaggi di persone che mi ringraziano per quello che ho fatto alla guida della Regione Lombardia», ha scritto Maroni su Twitter martedì mattina: «Sono felice e lusingato, mando a tutti un abbraccio commosso. Ora per me inizia una vita nuova».

Differenze tra Maroni e Salvini ce ne sono. Il presidente uscente della Lombardia è più legato del segretario alla radice "nordica" del movimento e, mentre il primo celebrava il referendum sull'autonomia (insieme al Veneto), il secondo lavorava per togliere la parola "Nord" dal nome del partito. Se Maroni ritiene il Movimento 5 Stelle avversario senza se e senza ma («Con Di Maio premier, l'Italia diventerebbe spelacchio al cubo», ha affermato l'8 gennaio), Salvini non nasconde di voler invece dialogare con i pentastellati, tanto che alcuni osservatori danno per certo un governo Lega - 5 Stelle dopo le urne, se nessuna coalizione riuscisse a formare un suo governo.

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