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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Il Milleproroghe blocca il Piano Periferie: a Milano rivolta contro il Governo

L'accusa di Maran, assessore all'urbanistica, che si dice "sbigottito e incredulo". Sala: "Manovra per screditare i governi precedenti"

E' polemica per un emendamento al decreto cosiddetto Milleproroghe (già approvato in Senato, firmato dagli esponenti leghisti Daisy Pirovano e Massimiliano Romeo) che rischia di bloccare i progetti anche milanesi del Piano Periferie, o per meglio dire blocca per due anni i finanziamenti necessari a realizzare i progetti stessi, varati dal governo Renzi. L'assessore all'urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, si dichiara «sbigottito e incredulo» per una notizia «incredibile ed ingiustificabile».

Tanti i progetti del Bando Periferie che riuardano Milano. Tra questi il superamento delle barriere architettoniche in diverse stazioni della metropolitana M2, in questo caso fuori città (Bussero, Cernusco, Cassina, Gorgonzola, Gessate e Vimodrone), ma anche il prolungamento della tramvia 7 (finanziato per il 50% da fondi del governo), la scuola media del quartiere Adriano (anche qui, 50% di fondi governativi), il nuovo lotto del parco del quartiere Adriano (2 milioni di euro in fondi governativi).

E Maran non è l'unico a reagire alla notizia. Duro anche Mirko Mazzali, delegato del sindaco per le periferie, che attribuisce il blocco dei fondi del Piano Periferie alla necessità del governo Lega - 5 Stelle di trovare il denaro per finanziare reddito di cittadinanza e flat tax. «Chi guadagna 300 mila euro all'anno può risparmiare migliaia di euro, chi vive al quartiere Adriano di Milano può aspettare due anni per vedere finanziata la scuola media», attacca amaro.

"A proposito del bando periferie. Certamente la questione va ancora capita nei dettagli e comunque impatterà in maniera diversa città per città. Ma altrettanto certamente questa è una manovra politica del nuovo esecutivo per screditare una buona idea dei governi precedenti". Ha commentato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sulla decisione, contenuta nel decreto Milleproroghe, di congelare fino al 2020 i fondi per i progetti di riqualificazione delle periferie. "Rimane il fatto che il primo segnale di questo esecutivo rispetto alla delicata questione delle periferie è assolutamente negativo - aggiunge Sala su Facebook - . Ho chiesto ai miei uffici di trovare una soluzione per poter rispondere alle giuste esigenze dei miei concittadini. Milano - conclude - non intende fermare i progetti che sono stati programmati".

Il governo si giustifica: "Soldi non spesi"

Massimo Garavaglia, sottosegretario leghista all'Economia (ed ex assessore regionale lombardo al bilancio), ha provato a giustificare il blocco del Piano Periferie spiegando che, finora, nessun Comune italiano aveva speso il denaro previsto dal bando, e che c'era la necessità di sbloccare quel denaro. Ma ha anche aggiunto che, nel caso in cui i Comuni riusciranno a presentare progetti, i soldi verranno concessi negli anni a venire. Laura Castelli, vice ministro 5 Stelle all'Economia, ha aggiunto che è stato «liberato un miliardo per gli investimenti dei Comuni», e che quindi si «ridà finalmente respiro agli enti locali». 

La rabbia dei Comuni

Molti Comuni italiani però si ribellano e negano che si tratti di "soldi non spesi". La realtà è che invece sono già stati impegnati per promuovere i progetti esecutivi, ed evidentemente il fatto che i lavori non siano materialmente iniziati non significa che non siano state avviate le procedure. Sarebbero circa cento i Comuni italiani "in ribellione" per la scelta del governo, e come abbiamo visto il Comune di Milano si vede bloccati per due anni progetti decisi, cofinanziati e avviati.

I soldi del Piano Periferie

Il Piano Periferie era stato finanziato per 2,1 miliardi dallo Stato, per un totale di 120 convenzioni con i Comuni. Tutte queste convenzioni, con l'emendamento approvato, vengono bloccate per due anni. 96 di queste avevano l'8 giugno come scadenza per la presentazione dei progetti, mentre gli altri progetti erano già stati presentati. 

Il governo calcola che «l'effetto positivo per l'indebitamento» sia, complessivamente, di un miliardo di euro tra il 2018 e il 2021, che vengono spostati in un nuovo fondo che servirà «per favorire gli investimenti delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni, da realizzare attraverso l'utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti». Cioè attingendo agli avanzi di bilancio degli enti locali. 

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