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Ruby bis, la difesa di Nicole Minetti: "Questione di libertà come Cappato con dj Fabo"

Il legale della Minetti richiama l'aiuto a compiere un gesto libero e chiede l'incostituzionalità del reato di favoreggiamento della prostituzione: "Non siamo più negli anni '40". Ridotte le condanne a lei e Fede

Il reato di favoreggiamento della prostituzione? La società "si è evoluta rispetto alla prostituzione degli anni '40 a cui si riferisce la legge Merlin", per cui "non si capisce" come sia "criminologicamente rilevante" che un soggetto aiuti un altro soggetto "nell'esercizio libero della prostituzione". E' uno degli argomenti utilizzati da Pasquale Pantano, legale di Nicole Minetti, che ha posto la questione di legittimità costituzionale della legge Merlin davanti alla Corte d'Appello di Milano nell'ambito del processo "bis" di secondo grado del cosiddetto "Ruby bis".

La questione di incostituzionalità è stata posta dai legali di Minetti e di Emilio Fede come subordinata alla prima loro richiesta, l'assoluzione. L'eventuale incostituzionalità fa riferimento esclusivamente al favoreggiamento qualora vi sia "libero esercizio e non costrizione". 

La condanna

Nel pomeriggio del 7 maggio la Corte d'Appello ha emesso la sentenza: lievemente ridotte le condanne per Fede e Minetti, ora rispettivamente a 4 anni e 7 mesi e a 2 anni e 10 mesi.

"Minetti come Cappato"

Ma Pantano ha anche paragonato la vicenda di Nicole Minetti a quella di Marco Cappato con dj Fabo. L'esponente radicale, secondo Pantano, ha aiutato un uomo a esercitare un diritto, che in quel caso era "la libertà di decidere per la propria vita". Analogamente Minetti ha aiutato le giovani ospiti delle serate ad Arcore "nell'esercizio libero della prostituzione", che rientra nella "libertà di autodeterminarsi".

La prima richiesta resta comunque l'assoluzione dall'accusa di avere favorito la prostituzione di sette ragazze (per Minetti) mentre i legali di Fede hanno analogamente chiesto l'assoluzione dalla tentata induzione alla prostituzione di Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil e dal favoreggiamento della prostituzione di tre ragazze.

L'accusa: "Berlusconi andava messo di buon umore"

In precedenza il sostituto procuratore generale Daniela Meliota aveva invece chiesto la conferma delle condanne (a 3 anni per Minetti, a 4 anni e 10 mesi per Fede) affermando tra l'altro che le ragazze portate alle cene di Arcore sarebbero servite per "mettere di buon umore Silvio Berlusconi". La Corte di Cassazione aveva chiesto un nuovo appello per colmare alcune "lacune motivazionali" nella sentenza precedente. Nel primo processo d'appello era tra l'altro caduta l'accusa di avere favorito la prostituzione di Karima El Mahrough detta Ruby, all'epoca dei fatti 17enne e quindi minorenne.

L'eccezione di costituzionalità del reato di favoreggiamento è già stata respinta dal Tribunale di Bari per la vicenda legata a Giampaolo Tarantini, anch'egli accusato di avere reclutato ragazze per conto di Berlusconi.

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