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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Province, il Pdl al Pirellone si adegua alla linea leghista

Dopo l'accordo Formigoni-Maroni, Pdl e Lega votano insieme una mozione per chiedere a Monti di rivedere i criteri di riordino. La mozione "apre" anche a un ricorso costituzionale

L'asse Pdl-Lega al Pirellone produce un primo risultato politico per il Carroccio: è infatti passata martedì una mozione (primo firmatario Ugo Parolo) con cui Formigoni s'impegna a schierarsi contro il riordino delle province deciso dal governo Monti. Formigoni e Maroni si erano esplicitamente accordati in tal senso, e alla mozione sono arrivati i voti della Lega e del Pdl. Tutti gli altri gruppi hanno votato contro.

Nella mozione si chiede alla giunta di valutare l'ipotesi di un ricorso costituzionale, ma anche di agire presso il governo per ottenere una modifica dei criteri di riordino che, attualmente, sono su base geografica e demografica: una provincia, per restare in vita, deve avere almeno 350mila abitanti e 3mila kmq di superficie. Nella mozione si parla invece di altri parametri: "virtuosità, autonomia, federalismo e geografia territoriale, differenziando su base regionale".

Con i criteri fissati da Monti, in Lombardia si salverebbero le province di Brescia, Bergamo e Pavia, oltre a quella di Milano che però diverrebbe città metropolitana. E' apertissimo il dibattito su cosa fare delle altre istituzioni provinciali. Lodi e Cremona potrebbero unirsi a Pavia, Mantova potrebbe "salvarsi" ottenendo alcuni comuni che ora sono in provincia di Cremona. Varese, Como, Lecco e Monza potrebbero infine unirsi.

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