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Dolce e Gabbana, negozi chiusi: Manfredi Palmeri contro Pisapia

Per il consigliere d'opposizione, la giunta che oggi parla contro gli evasori fiscali è la stessa che, al processo sui derivati contro le banche, rinunciò a costituirsi parte civile

Una dura critica all'operato del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e dell'assessore al commercio, Franco D'Alfonso, sul caso di Dolce e Gabbana, i due stilisti che hanno deciso la serrata di protesta contro il comune per tre giorni, arriva da Manfredi Palmeri, già candidato a sindaco per il Nuovo Polo e ora consigliere comunale d'opposizione. Mentre Pisapia - dopo avere tenuto un basso profilo per qualche giorno - è sbottato affermando che i due stilisti "hanno esagerato" con la scelta della serrata, Palmeri ricorda che "la sacrosanta lotta all'evasione fiscale non può essere un tema usato per scatenare l'odio sociale e le antipatie personali".

"Capacità di creare caos": così Palmeri definisce la situazione che si è venuta a creare. "Da una parte - scrive in una nota - la dichiarazione dell'assessore alla moda Cristina Tajani, per la quale il caso è chiuso, dall'altra il sindaco rilascia interviste, i giornali e i siti aprono le prime pagine e la città e il mondo ne discutono".

E infine ricorda che si tratta della stessa giunta "scesa a patti con le banche accusate di reati anche finanziari", riferendosi al processo sui derivati, nel quale il comune rinunciò a costituirsi parte civile.

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