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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Treni, i consiglieri regionali pendolari attaccano: "Ritardi, cancellazioni e sempre in piedi"

Lo stato di salute del servizio ferroviario lombardo "entra" al Pirellone. Polemiche anche per le nomine in Fnm: confermati il presidente e il vice

I politici della Regione "litigano" sui treni. Detto così, non sembra una grande notizia. Ma il dibattito si è scatenato tra i consiglieri e assessori pendolari: il "la" è arrivato da Raffaele Cattaneo, assessore all'ambiente nella giunta Fontana, residente a Varese, che ha spiegato di essere tornato ad usare il treno per raggiungere il Pirellone da qualche settimana: "Devo dire che il servizio è buono", ha scritto su Facebook: "Sono certo non mancheranno i disagi e sarò stato anche fortunato, ma Varese-Milano in poco più di 50 minuti è davvero un ottimo servizio. Credo sia opportuno provare di persona e invito anche i miei colleghi assessori a farlo".

Immediata la reazione del Partito Democratico, il cui capogruppo al Pirellone Fabio Pizzul spiega che i suoi colleghi di partito lo fanno già, da sempre. "Per anni ho fatto il pendolare, oggi da conigliere regionale ho ricominciato a prendere il treno. Invito Fontana a venire a Malnate per salire sul treno per Milano. Oltre a tutti gli altri problemi c'è anche quello del sovraffollamento: si viaggia regolarmente in piedi ed è la prima fermata dopo Varese", è la replica del neoeletto Pd Samuele Astuti.

Parla di "situazione peggiorata" dopo l'introduzione dell'alta velocità Gian Antonio Girelli, da sette anni sul Brescia-Milano: "A farne le spese sono stati i pendolari". Pessima la 'fotografia' della linea S8 tratteggiata da Raffaele Straniero, di Oggiono (Lecco): "Non c'è la certezza che il treno ci sia, è sempre in ritardo, il materiale rotabile è fatiscente". Di annullamenti dell'ultimo minuto e di viaggi sempre in piedi parla invece Patrizia Baffi, che parte da Codogno (Lodi). Stesso tenore da Gigi Ponti (che usa il treno da Cesano Maderno) e Matteo Piloni (da Crema). 

Fnm, polemiche sulle nomine

Lo stato di salute dei treni lombardi continua dunque a scatenare dibattito politico. Ma è guerra anche sule nomine del consiglio d'amministrazione di Fnm. La Regione ha indicato i nomi di Andrea Gibelli (indicato come presidente del cda), Gianantonio Arnoldi, Giuseppe Bonomi, Tiziana Bortot e Francesca Landillo.

Gibelli, di fede leghista, è il presidente uscente, mentre Arnoldi, di Forza Italia, è il vice presidente uscente. Bortot è tra i non eletti delle recenti elezioni regionali e si era candidata con la Lega. Novità è quella di Bonomi, vicino anch'egli alla Lega e attualmente amministratore delegato di Arexpo (carica che potrà mantenere). Incerto invece l'ingresso nel cda di Landillo, ex assessore di Fdi a Cologno Monzese, perché la quinta nomina spetterebbe a Ferrovie dello Stato.

La giunta regionale di Attilio Fontana, confermando presidente e vice, vuole quindi continuità per Fnm, la Spa detenuta per il 57,57% da Regione Lombardia e per il 14,5% da Ferrovie dello Stato che ha la proprietà di Trenord, gestore del trasporto ferroviario lombardo. Si premia l'aumento dell'utile del 33,24% dal 2016 al 2017, passato da 26 milioni a quasi 35 milioni, grazie al miglioramento del risultato operativo (Ebit) e all'apporto delle partecipate Nord Energia e Azienda Trasporti Verona.

In altri termini, la giunta regionale premia il management della holding proprietaria dell'infrastruttura ma (a parte la difesa quasi d'ufficio di Cattaneo che abbiamo visto) sarebbe pronta a "strigliare" Trenord, gestore del servizio. E' però ancora presto per capire il destino dell'amministratore delegato di Trenord Cinzia Farisé. Intanto, sulle nomine in Fnm si è scatenata la polemica. Il Pd è andato all'attacco e ha parlato di "logica puramente spartitoria" e "nomi di chiara matrice politica". Così il capogruppo Fabio Pizzul: "Abbiamo osato sperare che ci potesse essere spazio per persone di comprovata esperienza nel settore che potessero portare un briciolo di indipendenza nel board di una delle società più strategiche della galassia regionale, ci ritroviamo invece in pieno clima da occupazione politica delle poltrone".

Dello stesso tenore il commento di Dario Violi, già candidato presidente del Movimento 5 Stelle: "Attendevamo da anni, coi pendolari, un segnale di radicale discontinuità con il passato. Al contrario la proposta di riconferma a presidente del cda di Gibelli prova la volontà di Fontana di anestetizzare il trasporto pubblico locale e restare nel perimetro fallimentare tracciato da Maroni. E’ una scelta discutibile perché opposta alla richiesta dei cittadini di far ripartire da zero la nostra azienda di trasporto pubblico. Con linee ferroviarie da terzo mondo sceglie di non scegliere è suicida".

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