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Pass per le corsie preferenziali e parcheggi gratis: l'elenco

Nella politica, i consiglieri sono 'bipartisan': unica eccezione, il Movimento 5 Stelle. Nonostante le intenzioni di Giuliano Pisapia, il numero è tornato a salire

Era stato a lungo un cavallo di battaglia della giunta guidata da Giuliano Pisapia: tagliare del 40% i pass per le preferenziali e le soste gratuite. Quei permessi, ovvero, che il Comune di Milano lascia a personalità della politica, dell'economia e membri dell'amministrazione per poter sfrecciare in città evitando le code. E non pagare parcheggi. 

Spesso sono pass che hanno un forte valore operativo - basti pensare a mezzi degli ospedali e trasporti speciali -, altre volte, invece, sono un semplice status quo da 'casta', con i parlamentari che arrivano prima a cene e incontri. Senza dimenticare i vip vari. 

Ci aveva provato Pisapia, dicevamo, a dare una sforbiciata. Ma il numero è ben presto tornato a lievitare. Lo racconta Alessia Gallione su Repubblica. 

In realtà, a quella promessa ci si è avvicinati di più soltanto nel 2013, un anno dopo il giro di vite, quando i permessi calarono da 5.248 a 3.497. Poi, i numeri sono tornati a salire continuando a galleggiare attorno ai 3.800: 3.657 nel 2014, 3.853 nel 2015, 3.905 alla fine dello scorso anno. A inizio aprile, i file del Comune segnavano quota 3.796, con i soliti plotoni di politici a ingrossare le fila di quanti devono sfrecciare per motivi di servizio (dai 327 pass per gli ospedali ai 363 dedicati ai trasporti speciali) con i mezzi pubblici.

Nell'elenco c'è un po' di tutto: da Carlo Cracco (sì, come residente) ad Adriano Galliani, da Roberto Colannino a Roberto De Scalzi. 

Si va dalla ex sindaca Letizia Moratti alla cognata Bedy, dall'ex ad del Milan Adriano Galliani a Barbara Berlusconi, dall'imprenditore della moda Saverio Moschillo a Roberto Colaninno, Flavio Cattaneo e Claudio De Scalzi. Scorrendo gli elenchi spunta anche il nome dello chef Carlo Cracco, ma in un'altra categoria, quella dei residenti, professionisti e società che possono fare richiesta - come nel suo caso - per un unico varco che impedirebbe l'ingresso a casa o al lavoro. Resta alta (42) la rappresentanza bipartisan dei parlamentari italiani ed europei: da Ignazio La Russa a Matteo Mauri, da Luigi Casero, a Roberto Formigoni, da Daniela Santanché a Vittoria Brambilla, da Gabriele Albertini a Matteo Salvini, da Patrizia Toia a Maurizio Lupi. Ancora di più i "membri della Regione e dell'ex Provincia": sono 78, compresi consiglieri del Pirellone di altre città. Per la giunta Maroni (il presidente non c'è) è quasi en plein, 13 su 14 con l'eccezione di Cristina Cappellini. A Palazzo Marino, invece, su dodici assessori solo quattro (Scavuzzo, Rabaiotti, Del Corno, Maran) hanno detto sì, più il sindaco Sala. Anche in Consiglio ci sono eccezioni: hanno ritirato il pass 26 eletti su 48, con la defezione in massa dei 5 Stelle e una prevalenza del centrodestra che in questo caso "vince" 15 a 11. Solo per citare i capigruppo muniti di lasciapassare: Alessandro Morelli (Lega), Gianluca Comazzi (Fi), Elisabetta Strada (lista Sala), Anita Pirovano (Sinistra x Milano).

Il tutto senza dimenticare i circa 1.500 "Sl", ovvero "Sosta libera": un cartoncino quasi 'magico' che permette di parcheggiare gratis ovunque. Ancora una volta, a Palazzo Marino ne fanno mani basse politici bipartisan; ancora una volta, solo i grillini rinunciano al privilegio tutti i modo compatto. 

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