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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pedemontana, evitato il fallimento ma è polemica tra i partiti

Il tribunale respinge l'istanza di fallimento dell'A36 dopo il mutuo sottoscritto dalla Regione

La Regione Lombardia è riuscita a salvare Pedemontana Lombarda dal fallimento grazie al mutuo (200 milioni con scadenza 2034) che l'istituzione regionale ha sottoscritto con Banca Intesa e altre banche. Il tribunale ha infatti respinto l'istanza di fallimento avanzata dalla procura milanese, proprio in forza del mutuo, grazie a cui lo stato d'insolvenza sarebbe scongiurato. Rimodulato al 2034 anche il credito (100 milioni) vantato da Milano Serravalle.

Dopo la sottoscrizione del mutuo anche la procura aveva corretto comunque il tiro, chiedendo che la posizione della società che gestisce la discussa autostrada di recente costruzione venisse riconsiderata. La Pedemontana è stata aperta nel 2015 ma non completamente: oltre alle tangenziali di Varese e Como, della vera e propria A36 sono stati realizzati solo i primi due lotti. Quello tra l'A8 e l'A9, anzitutto, 15 chilometri tra Cassano Magnago e Lomazzo, e i sette chilometri e mezzo fino a Lentate sul Seveso. Manca la tratta attraverso la Brianza e poi oltre, fino a Osio Sotto in corrispondenza dell'A4.

Divisa la politica, dopo le decisioni del tribunale. Roberto Maroni, presidente della Regione, è soddisfatto, mentre per le opposizioni le cose non sono così semplici. Da parte del Movimento 5 Stelle si snocciolano il fallimento dell'aumento di capitale, un contenzioso da oltre tre miliardi con l'impresa di costruzioni Strabag ancora in corso e progetti esecutivi bloccati per le tratte non ancora costruite. Il Pd sottolinea invece il ritardo con cui Maroni ha gestito la Pedemontana e vede nel 2018 (anno in cui si vota alle regionali) il punto di svolta. Legambiente, infine, da sempre contraria alla Pedemontana, chiede che i tratti esistenti siano dati all'Anas e si chiuda per sempre la questione.

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