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Profughi, Maroni scrive ai prefetti: "Sospendere le assegnazioni ai comuni"

La lettera dopo la polemica istituzionale

Detto, fatto: il presidente della regione Roberto Maroni ha preso carta e penna e scritto ai prefetti lombardi chiedendo di sospendere le assegnazioni di migranti nei comuni, "in attesa che il governo individui soluzioni di accoglienza temporanea più eque, condivise e idonee, che garantiscano condizioni reali di legalità e sicurezza".

La Lombardia è la terza regione italiana, dopo Sicilia e Lazio, come percentuale di presenze di immigrati nelle strutture di accoglienza. I comuni si trovano in oggettiva difficoltà, tanto che quello di Milano, che accoglie ogni notte più di 800 persone, recentemente ha fatto sapere che d'ora in poi darà assistenza solo a nuovi bambini e anziani, perché "non ce la fa più". Pierfrancesco Majorino, assessore al welfare, è critico da sempre con il governo per questo motivo.

"In Lombardia vive già oltre un quinto degli immigrati regolari in Italia", continua Maroni nella lettera ai prefetti, "molti dei quali in cerca di lavoro". E poi la chiusura più politica: "La soluzione al problema dell'immigrazione clandestina, componente preponderante anche dell'ondata di arrivi di quest'anno, resta il blocco delle partenze dalle coste africane, attraverso il coinvolgimento dell'Ue, dell'Onu e di tutta la comunità internazionale". 

La lettera sortirà effetti? Si vedrà. Per il momento la posizione di Maroni (e dei suoi colleghi Luca Zaia, in Veneto, e Giovanni Toti, in Liguria) ha provocato uno scontro istituzionale senza precedenti. A fronte della "minaccia" di Maroni di tagliare fondi ai comuni che accolgono migranti, il premier Matteo Renzi ha risposto promettendo uno "sconto" sul patto di stabilità per i comuni che continueranno a farlo. E il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, per il momento non si è espresso, limitandosi ad affermare che "seguirà le indicazioni del governo". Come del resto, da prefetto, è tenuto a fare.

"Un trionfo di demagogia". Così il Movimento 5 Stelle, con il consigliere regionale Dario Violi, ha replicato alla lettera di Maroni. "L'invito è illegittimo e inutile", spiega l'esponente pentastellato: "Solo oggi 500 persone arriveranno da Reggio Calabria. La politica può fare la sua parte agendo per velocizzare le prefetture, che devono essere messe in condizione di valutare in modo celere chi ha diritto o meno all'accoglienza, e poi il problema dell'immigrazione va governato a livello europeo".

Ma anche dalla maggioranza in regione si levano critiche. Come quelle di Luca Del Gobbo, capogruppo Ncd (lo stesso partito del ministro dell'interno Angelino Alfano). "Invece di far pagare a comuni e cittadini gli errori dell'Ue", propone Del Gobbo, "blocchiamo le risorse che l'Italia assegna all'Ue finché non sarà trovata una soluzione". Per Ncd, "non possiamo credere che la soluzione dell'emergenza sia la penalizzazione dei comuni che accolgono con fatica i profughi. Il contributo italiano alla formazione del bilancio comunitario è circa 16 miliardi, il 12% del totale. Chiediamo a Renzi di bloccare queste risorse fino a quanto l'Unione europea non abbia affronti in modo definitivo e comunitario questa emergenza che non è solo italiana".

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