Protesta immigrati, il sindaco di Bresso: "Siamo al collasso, non reggiamo un altro inverno"
Attacca la Lega: "Vogliono i documenti? Bene, diamogli un foglio di via". Polemiche sugli "immigrati economici" rispetto ai profughi siriani o eritrei. Le reazioni politiche
La protesta lunedì mattina dei migranti nella tendopoli di prima accoglienza di Bresso non ha mancato di lasciare strascichi polemici e politici. Il sindaco della cittadina, Ugo Vecchiarelli (Pd), ha detto che "non è possibile affrontare un altro inverno in queste condizioni. Un conto è gestire l'emergenza, un conto è andare oltre, con la capacità di smistare e collocare queste persone".
L'esasperazione dei rifugiati è montata perché, dicono gli stessi migranti e il sindaco riferisce, "si sono allungati ancora i tempi di rilascio dei permessi provvisori", in quanto "il numero degli arrivi in Italia e delle presenze è aumentato e così la quantità di pratiche da gestire".
Nella struttura al confine con Milano, ricorda Vecchiarelli, inizialmente i tendoni destinati a ospitare i rifugiati erano 24, poi sono diventati 40 e infine 50: "La Prefettura avrebbe voluto un ulteriore ampliamento, mi sono opposto. Più di 300 ospiti, quanti ce ne sono in questo periodo, non è possibile tenere. E già così segnalo condizioni di vita non ottimali. Piove nelle tende. Si sta stretti. E anche sulla fornitura di cibo ci sono lamentele". "Forse - dice un operatore - nelle loro condizioni ci lamenteremmo pure noi. E ci sentiremmo mortificati e umiliati da giudizi e commenti: avere da mangiare e da bere e un letto non significa che tutto debba essere accettato in silenzio, senza poter dire quello che non funziona".
Il centrodestra, invece, esplode, con una mirade di dichiarazione di esponenti del Carroccio e di Forza Italia. "Cio' che è successo stamattina dimostra come il modello di accoglienza adottato dal governo italiano sia miseramente fallito. Mi auguro che i 100 finti profughi che hanno bloccato viale Fulvio Testi vengano immediatamente espulsi e rimpatriati" spiega Simona Bordonali, assessore regionale alla Protezione civile.
"Ancora una volta - aggiunge l'assessore - il mio pensiero e il mio sostegno va agli agenti delle forze dell'ordine che hanno lavorato in maniera impeccabile per evitare scontri. Ormai carabinieri, agenti di polizia, funzionari delle prefetture e delle questure si trovano costretti a occuparsi esclusivamente dei problemi legati all'immigrazione. La loro situazione professionale è mortificante".
“Ormai i sedicenti profughi pensano di poter fare quello che vogliono e quindi si permettono anche di bloccare una delle arterie principali della città di Milano. Vogliono i documenti? Diamo a tutti subito un bel foglio di via e se ne tornino a casa loro. Quanto successo a Bresso dimostra il fallimento delle politiche di ‘accoglienza’ del governo Renzi-Alfano e delle amministrazioni buoniste come quella di Pisapia. Si provveda subito a chiudere tutti i centri comunali assegnati all’accoglienza dei clandestini e si ripristini la legalità in città”, accusa Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega Nord di Milano e consigliere comunale.