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Autonomia Lombardia, il sogno referendum è realtà: sì al voto elettronico, ecco le date

Martedì sera la giunta ha approvato definitivamente il regolamento per il referendum sull'autonomia: si voterà elettronicamente. Due le date possibili: 12 giugno o 29 maggio

Sarà una consultazione, nulla di più. Ma, in caso di vittoria, sarà un enorme strumento di “ricatto” per presentarsi a Roma più forti che mai.

Regione Lombardia continua sulla strada maestra indicata dal proprio governatore Roberto Maroni e procede ad ampie falcate verso l’organizzazione del referendum per l’autonomia. L’ultimo punto messo a segno dal presidente leghista è arrivato martedì sera, quando la giunta del Pirellone ha approvato definitivamente il regolamento per la chiamata alle urne. 

In via Filzi, però, hanno fatto anche qualcos’altro. E di una certa rilevanza. Perché, per ammissione dello stesso Maroni, ormai è stata scelta anche la data per le consultazioni. Due le ipotesi rimaste in campo: il 12 giugno, data in cui si terranno le elezioni amministrative, - e che al momento è la super favorita - o il 29 maggio, giorno di quella che “Bobo” ha ribattezzato “Festa della Lombardia”. 

"Abbiamo approvato definitivamente il regolamento per il referendum sull'autonomia della Lombardia - ha esultato martedì sera Maroni, dopo la giunta -. La grande novità è che, per la prima volta, la consultazione viene gestita con modalità elettronica: per l'espressione del voto, per le operazioni di scrutinio e per la trasmissione dei risultati. Un test che può avere una rilevanza anche a livello nazionale". 

Ed è proprio con il “livello nazionale” che ora il governatore lombardo dovrà negoziare per trovare una data. "Ho incontrato il ministro Alfano - ha fatto sapere il presidente della regione -, per definire gli ultimi dettagli. Siamo ancora in attesa di definire con lui la data. Io insisto perché ci sia l'abbinamento con le elezioni amministrative il 12 giugno. Non ho ancora avuto conferma da parte del Ministero, ma questa ipotesi ci consentirebbe, fra l'altro, di risparmiare dodici milioni di euro nella gestione e nell'organizzazione della consultazione. Quindi, non vedo francamente controindicazioni".

Anzi, l’abbinamento con le amministrative consentirebbe a Maroni anche di spegnere, almeno in parte, le polemiche che avevano accompagnato l’approvazione - lo scorso 17 febbraio - del referendum. Ad opporsi ai sì, di centrodestra e M5s, era stato sostanzialmente il Pd, che aveva sottolineato come spendere trenta milioni di euro per un referendum del genere fosse sostanzialmente una follia.

Maroni, però, non ha intenzione di mollare e - ha annunciato - “fra una decina di giorni, il 18 febbraio, incontrerò di nuovo il ministro Alfano e anche il presidente Renzi”. A loro, con buona probabilità, ribadirà quanto detto quel 17 febbraio in cui il sogno referendum aveva cominciato a prendere forma

“Sono convinto - aveva esultato il governatore - che tutto il popolo lombardo sosterrà il referendum. E' l'unica via che abbiamo per tenerci i nostri soldi e farci ascoltare da un Governo che non mantiene i patti".

A breve, al massimo entro il 12 giugno, la risposta arriverà dalle urne. 

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