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Referendum cittadini, i Radicali contro il comune: «I garanti devono risponderci»

Prevista una risposta entro 45 giorni ma ne sono già passati quasi 60. Solo Passera, tra i candidati a sindaco, si è espresso

Come nel 2011, il Comitato "Milano Si Muove" ha presentato alcuni quesiti referendari sulla città di Milano, ma il comitato dei garanti (formato da Fabrizio Fracchia, Stefano Liebman e Daniela Rinaldi) non sta rispondendo sull'ammissibilità, nonostante siano passati quasi 60 giorni e il regolamento sull'iniziativa popolare fissa in 45 giorni il termine per la risposta, affidando peraltro ai soli garanti il compito di decidere.

Lo denuncia Marco Cappato, consigliere comunale dei Radicali, promotore dei referendum insieme all'ex assessore all'ambiente Edoardo Croci: «Avevamo incontrato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, per chiedere di attivarsi per una rapida conclusione dell'iter», spiega Cappato, «ma le direzioni del comune hanno inviato ai garanti osservazioni di merito politico che travalicano la mera valutazione di fattibilità tecnica».

E di più, i promotori lamentano che i quattro quesiti sono completamente assenti dal dibattito politico: «Nessun commento e nessuna attenzione nemmeno da parte dei candidati a sindaco, con l'eccezione della dichiarazione da parte di Corrado Passera», afferma Cappato promettendo che i Radicali, a questo punto, valuteranno «come usare l'appuntamento delle elezioni comunali per denunciare l'ostruzionismo in atto e per realizzare il progetto referendario».

In effetti solo Passera, tra i candidati a sindaco, si è finora espresso sui referendum, definendoli «una forma molto efficace di partecipazione» e stigmatizzando l'amministrazione Pisapia, che «sta di fatto bloccando il processo referendario senza dare risposte al Comitato». E una presa di posizione simile è arrivata da Manfredi Palmeri, capogruppo del Polo dei Milanesi in consiglio comunale: «I garanti devono garantire. C'è un silenzio inquietante da parte di tutti. La partecipazione, così come la trasparenza, sono solo slogan. Alla prova dei fatti, anche questa volta la realtà è ben diversa», afferma Palmeri.

I quattro referendum vertono sui nuovi alloggi sociali senza consumo di suolo, l'avvio della riapertura dei Navigli, i temi della mobilità sostenibile (allargamento di Area C e nuova linea del metrò), infine il raddoppio del verde pubblico. Tutti i quesiti prevedono, per garantire la copertura economica degli investimenti, che si dismettano quote di Sea, A2A, Milano Serravalle, stadio di San Siro e Farmacie comunali. 

I Radicali hanno deciso di iniziare in ogni caso la raccolta delle firme, anche senza avere ricevuto le risposte dei garanti, da mercoledì 30 marzo a domenica 3 aprile. In totale servono 15 mila firme. La novità è che, dopo l'approvazione del nuovo regolamento, questi referendum (se approvati) saranno vincolanti per il comune. 

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