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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Vco in Lombardia, non passa il referendum: affluenza al 33%

Si frantuma il "sogno" lombardo, coltivato da anni nella terra che fu del Ducato di Milano dal '300 al '700. Ora il Piemonte manterrà le promesse di Chiamparino per la maggiore autonomia della provincia montana?

La provincia del Verbano-Cusio-Ossola (Vco) resta in Piemonte: non è stato raggiunto, domenica 21 ottobre, il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto nel referendum sul passaggio in Lombardia, indetto in seguito ad una iniziativa di un ex parlamentare locale. Hanno votato soltanto il 33,22% degli elettori. L'affluenza è stata però nettamente diversa a seconda delle zone: il quorum è stato raggiunto in diversi Comuni della montagna, mentre mediamente più bassa la percentuale di votanti nel Cusio e nel Verbano. Si trattava della prima volta per un'intera provincia: alcuni Comuni, invece, hanno effettuato allo stesso modo il passaggio da una Regione all'altra.

Il Comune più a nord della provincia, Formazza, è stato anche quello con l'affluenza maggiore e quorum raggiunto già alle 19: a fine giornata ha votato oltre il 68% con quasi il 94% di Sì. Il quorum è stato raggiunto soltanto in altri tre Comuni (su un totale di 76): Baceno, Crodo e Antrona Schieranco. Vicina al 50% l'affluenza in svariati Comuni delle valli ossolane, decisamente bassa nel Cusio. La situazione nei tre capoluoghi rispecchia questa "geografia": a Domodossola affluenza di quasi il 40%, a Verbania di quasi il 32%, a Omegna di quasi il 22%.

Le ragioni del Sì...

Il Vco è una delle tre province italiane (con Sondrio e Belluno) in Regioni a statuto ordinario che la legge dello Stato riconosce meritevoli di specifiche politiche dato il territorio montano e il confine con un Paese straniero, ma l'irrimediabile lontananza col capoluogo piemontese Torino ha reso impossibile l'applicazione concreta di questo principio.

Il confronto con Sondrio, in particolare, è impietoso: la Lombardia concede alla Valtellina di tenersi gran parte dei canoni idrici delle centrali idroelettriche e ha varato il "bonus carburante", uno sconto per chi vive vicino alla Svizzera per evitare l'esodo oltreconfine per fare il pieno; il Piemonte non fa lo stesso col Vco. Inoltre l'Irpef regionale lombarda è oggi più bassa e i lombardi non pagano accise sul gas domestico mentre i piemontesi sì.

... E quelle del No

Altre tariffe tuttavia sono più alte in Lombardia, ad esempio il canone per l'escavazione di pietre ornamentali, di cui la provincia è ricca. Così come a molti è apparso incerto, col passaggio di Regione, il destino dell'ospedale unico, che dovrebbe andare a sostituire tre nosocomi sofferenti per costi di gestione e rinnovo di spazi e attrezzature. L'ospedale unico è co-finanziato dalla Regione Piemonte e si è temuto che l'iter dovesse azzerarsi e riprendere daccapo.

Alcune dichiarazioni di assessori lombardi (la Lega in Lombardia è stata particolarmente attenta al referendum) hanno fatto pensare che il Pirellone avrebbe provato a "salvare" l'ospedale di Domodossola, ma in questi anni molti ossolani si sono convinti della bontà di costruire un nuovo nosocomio a un quarto d'ora di auto più a sud che raccogliesse l'eredità anche degli altri due ospedali provinciali. 

La provincia del Vco, da anni, non ha quasi più produzioni industriali e dipende sostanzialmente dal turismo e dalla vicinanza con la Svizzera, che dà lavoro a migliaia di residenti (soprattutto ossolani). Due elementi abbastanza indipendenti dall'appartenenza al Piemonte o alla Lombardia, almeno secondo l'opinione di molti.

I partiti

La Lega è stato il partito più apertamente schierato per il Sì, con "incursioni" di assessori regionali lombardi che hanno presenziato ad alcuni incontri pubblici. Si è speso, in promesse, anche il governatore Attilio Fontana da Palazzo Lombardia. Un'esposizione che ora fa dire a molti che l'esito rappresenti una sconfitta per il Carroccio, che nel Vco è sempre andato molto bene. Il Partito Democratico ha invece fatto campagna per il No, a partire dal vice presidente della giunta del Piemonte, il verbanese Aldo Reschigna.

Impegnatissimo sul fronte del No (o astensione) anche il deputato ossolano dem Enrico Borghi. LeU e le sigle comuniste si sono pronunciati per l'astensione. Forza Italia e Movimento 5 Stelle hanno lasciato libertà di voto, anche se la deputata del collegio, la verbanese Mirella Cristina (Fi), non ha celato una certa soddisfazione per l'esito del referendum. 

Il governatore piemontese Sergio Chiamparino (Pd), che nelle ultime settimane ha promesso milioni di euro di spesa pubblica per "tenere" il Vco, ha espresso soddisfazione e ha garantito che ora verranno mantenute le suddette promesse. Tra queste anche il cambio della legge elettorale regionale, che oggi non assicura al Vco l'eletto in consiglio, in barba alla normativa nazionale che prevede espressamente la rappresentanza in Regione "su base provinciale".

Chiamparino ha promessso che la legge elettorale sarà cambiata, anche per introdurre la doppia preferenza di genere e eliminare il listino bloccato (per la cronaca: in Lombardia queste cose sono state fatte), ma il centrodestra a Torino si è messo di traverso e serve un'ampia maggioranza, non bastano i partiti al governo.

"Abbiamo liberato Milano, non Torino"

La maggior vicinanza con Milano è storica (il Vco faceva parte del Ducato milanese), linguistica (il dialetto che si parla deriva dal lombardo), culturale in genere e riguarda anche le vie di comunicazione: addirittura, in treno da Domodossola si arriva a Torino passando per Milano (si fa prima che cambiando a Novara, e non c'è un collegamento diretto). 

Questo non è di poco conto: la conseguenza è che i giovani del Vco si iscrivono alle università di Milano e Pavia, i turisti provengono soprattutto da Varese, Milano e Pavia. E se c'è una ricchezza del Vco è proprio il turismo. Del resto Formazza (il Comune con la più alta percentuale di votanti raggiunta) è stata recentemente ignorata da Torino quando in occasione della candidatura alle Olimpiadi invernali ha proposto la sua pista di sci di fondo di Riale, che invece nel 2006 era stata accolta dal capoluogo tra gli impianti olimpici. 

Sul non raggiungimento del quorum ha pesato la sensazione generale che anche quelle milanesi fossero promesse "ammaliatrici" e poco più: in molti ritenevano che non sarebbe cambiato granché, e che anche da Milano il Vco sarebbe stato alla lunga considerato poco più che periferia.

Sul Manifesto, la giornalista Giuliana Sgrena (una delle personalità ossolane più note) ricorda, citandolo solo con il nome di battaglia, suo padre Franco, 92enne, che negli anni della Repubblica dell'Ossola era il partigiano Ranca e che domenica ha votato Sì "perché noi siamo andati a liberare Milano e non Torino". Anche nella lotta partigiana il Vco era più lombardo che piemontese.

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