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Corruzione, chiesti 7 anni per ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde

Il processo ad Antonio Rognoni, che era stato arrestato nel 2014

Pesante la richiesta di condanna avanzata dai pm per Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde: sette anni e cinque mesi di reclusione. L'uomo è accusato di turbativa d'asta, truffa e falso con l'associazione a delinquere. Ben sessantotto i capi d'imputazione. 

Alcuni degli appalti riguardano Expo (appalti di assistenza legale e tecnico-amministrativa). Rognoni è stato già condannato in primo grado a due anni e due mesi per un'altra vicenda, quella della cosiddetta cupola degli appalti di Expo 2015, ed è imputato in una tranche del procedimento sull'appalto della piastra dei servizi nel quale il sindaco di Milano Giuseppe Sala, allora commissario di Expo, è indagato per falso e abuso d'ufficio.

I regali a Rognoni

Oltre alla condanna per Rognoni, i pm milanesi hanno chiesto fra l'altro cinque anni e sei mesi per l'ex capo ufficio gare di Infrastrutture Lombarde, Pierpaolo Perez, ma anche due anni e quattro mesi per l'ex colonnello del Ros Giuseppe De Donno e un anno e otto mesi per Erika Daccò, figlia del faccendiere Pierangelo. Gli imputati sono in tutto una trentina.

Rognoni era finito agli arresti nel mese di marzo del 2014. Infrastrutture Lombarde è la società controllata della Regione Lombardia, nata specificatamente per la realizazione di grandi opere. "Viene evidenziato ancora una volta il fallimento della funzione di controllo di Regione Lombardia", attaccano Barbara Bonvicini e Valerio Federico (Radicali Italiani): "Maroni, in continuità con Formigoni, prosegue a produrre servizi direttamente con propri uomini e nello stesso tempo a regolarli. E' insensato che esista ancora Infrastrutture Lombarde, che ottiene affidamenti senza gara per servizi disponibili in concorrenza sul mercato". 

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