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La Rozza si scusa: «Non rifarei quel gesto, ma...»

L'assessore, a mente fredda, scrive una lettera aperta di scuse dopo avere "pennellato" un'auto in divieto di sosta, ma ribadisce: «Ho reagito ad un sopruso»

Se mancava pepe alla campagna elettorale di Milano, ci ha - involontariamente - pensato Carmela Rozza, assessore ai lavori pubblici, Partito democratico, tra i primissimi sostenitori di Giuseppe Sala, a mettercelo. Il fatto è ormai arcinoto: durante il "cleaning day" di sabato 2 aprile, l'assessore s'imbatte in un'auto in divieto di sosta che ostruisce un marciapiedi accanto al muro della scuola che lei e i volontari dovrebbero pulire. I vigili urbani arrivano ed elevano la contravvenzione, ma non è possibile rimuoverla con il carro attrezzi.

E allora la Rozza s'arma di pennello e "zac", una striscia bianca di vernice sulla fiancata. I fotografi scattano, i giornali pubblicano e la frittata è fatta. Praticamente tutti attaccano l'assessore, non solo gli avversari ma anche il suo candidato a sindaco, Beppe Sala, e poi l'intera Sinistra x Milano (la terza lista del centrosinistra), che posta ufficialmente la reazione del capogruppo di Sel Mirko Mazzali: «Se sei una persona che amministra non puoi farti giustizia da te, infliggendo sanzioni... proprio mai». Mazzali è anche avvocato, se ne intende.

«Un po' come in quella vignetta in cui il tizio diceva: "Io a 'sti violenti gli spezzerei le braccia"», ha ironizzato su Facebook Marco Cappato, candidato a sindaco dei Radicali e consigliere comunale dell'attuale maggioranza. «Dobbiamo dare esempi positivi», ha esternato Beppe Sala, il candidato a sindaco del centrosinistra, che sicuramente ha vissuto qualche minuto di difficoltà.

E infatti può esser stato arrogante finché si vuole, quell'automobilista, ma l'assessore pare debole nel giustificarsi con «un gesto di reazione», come ha scritto a caldo in una nota. Il problema è proprio l'esempio. La Rozza aveva a disposizione una vernice che non crea alcun danno alla vettura? Bene (speriamo). Ma se uno ha a disposizione solo le chiavi di casa, che fa? Riga la portiera? Se uno ha a disposizione solo un punteruolo, che fa? Buca la gomma? Questo il dubbio: che, sdoganando il principio, poi ognuno si possa sentire libero di fare con gli strumenti che ha sottomano.

La Rozza deve averlo capito, anche se tardivamente, perché - dopo una notte che evidentemente ha portato consiglio - ha scritto una lettera aperta di scuse, riconoscendo che il gesto «non si concilia con il ruolo istituzionale che ricopro e che richiede coerenza, tanto verso il bene pubblico, che verso il bene privato», pur continuando a ribadire che ha prevalso l'indignazione verso il sopruso. L'assessore ha sottolineato che «porre protezioni intorno ad ogni scuola ha un costo di 10 mila euro ciascuna e l'abbiamo fatto in più di 600 edifici scolastici». E poi: «Se dico che non rifarei quel gesto è solo per il rispetto che devo alle istituzioni che rappresento e a tutti quei cittadini che ho voluto difendere».

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