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Il sindaco di Milano Sala si autosospende perché indagato: reazioni

Per il Movimento 5 Stelle occorre subito tornare al voto. Le reazioni

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, si è autosospeso dalla carica di primo cittadino. Lo ha annunciato lui stesso nella serata di giovedì 15 dicembre dopo avere appreso da fonti giornalistiche di una indagine a suo carico riferita a quand'era amministratore delegato e commissario di Expo 2015 Spa, in merito all'appalto sulla "piastra di Expo". Sala ha annunciato che venerdì 16 dicembre andrà dal prefetto di Milano Alessandro Marangoni per ufficializzare l'autosospensione. Effetto pratico: i pieni poteri di sindaco li avrà Anna Scavuzzo, del Partito Democratico, attuale vice sindaco.

«Penso che il sindaco debba tornare nelle sue funzioni immediatamente, e penso che la sua sia stata una reazione isterica», è il commento di Stefano Parisi, sfidante di Sala al ballottaggio come candidato sindaco del centrodestra: «La procura deve essere libera di fare le indagini e di farle senza il ricatto del fatto che la città adesso non è più governata. Grave che il Pd lo stia sostenendo in questa decisione. I milanesi hanno votato Sala come sindaco e Sala deve fare il sindaco. Andasse a lavorare».

«Si torni subito a votare». Questa la reazione immediata di Gianluca Corrado, già candidato sindaco e ora capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle. «Il Pd, candidando l'attuale sindaco, lascia dopo pochi mesi dalle elezioni Milano nel caos, privandola del suo primo cittadino», commenta Corrado: «E' ora di restituire la scelta ai cittadini. Ci auguriamo che la maggioranza si dimostri ragionevole, evitando qualsiasi attaccamento alle poltrone per soddisfare gli interessi di pochi amici degli amici».

La stessa reazione, sulla linea "giustizialista", arriva però anche da Forza Italia. La consigliera comunale Silvia Sardone tuona che «l'autosospensione è solo un tentativo maldestro di prendere tempo» e pronostica che «la città rimarrà bloccata politicamente». Secondo la Sardone, «si rischia una sceneggiata che Milano non merita». Di qui l'invito a Sala a dimettersi: «Liberi Milano e i milanesi da questa situazione di stallo». Posizione però non condivisa da tutto il partito. «L'iscrizione nel registro indagati non è una condanna. A questo punto, piuttosto che fare dichiarazioni giustizialiste, occorrerebbe sospendere la discussione sulla delibera di Cascina Merlata, legata agli appalti Expo», chiarisce Alessandro De Chirico, vice capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino.

«Autosospendersi non ha senso. Sala decida in tempi rapidi che cosa vuole fare, Milano non può restare per mesi nel limbo», è la reazione di Davide Boni e Paolo Grimoldi, segretari milanese e lombardo della Lega Nord. «Non partecipiamo alle gogne mediatiche, ma Sala venga al più presto a riferire in consiglio comunale», aggiunge Massimiliano Bastoni, consigliere leghista a Palazzo Marino.

«Ho fiducia in lui e nelle sue scelte», scrive invece in una nota Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Partito Democratico, secondo cui sarebbe stato meglio fornire informazioni innanzitutto alla «persona interessata». Ma la giunta va avanti: «La decisione di autosospendersi ci responsabilizza tutti. Siamo pronti per continuare ad impegnarci con serietà e dedizione nell'interesse unico di Milano e dei suoi cittadini».

«Ribadiamo la piena fiducia nel sindaco ed apprezziamo la sua determinazione nel chiedere chiarezza nel più breve tempo possibile. Auspichiamo che la magistratura svolga il proprio lavoro con tempestività e serenità. Sorprendono, solo fino ad un certo punto, le reazioni sguaiate ed improprie dei difensori della costituzione della domenica. Perfino gli esponenti dei 5 Stelle dovrebbero conoscere la presunzione di innocenza scritta in Costituzione», è il commento di Anita Pirovano, consigliera comunale di Sinistra x Milano.

«L'autosospensione é un gesto di grande responsabilità politica, atto a mettere al primo posto la tutela delle istituzioni, prima ancora della sua stessa immagine personale, cosa rara in questi tempi, confermando così la serietà del primo cittadino di Milano. Indagine significa voglia di far chiarezza. Auspichiamo che questa chiarezza venga fatta nel minor tempo possibile per il bene di tutta la nostra città», dichiara Elisabetta Strada, capogruppo della Lista Noi Milano.

«Non è un procuratore della repubblica che decide chi fa il sindaco di Milano», commenta Marco Cappato, già candidato sindaco dei Radicali al primo turno, poi apparentatisi con Sala per il ballottaggio: «La storia della procura di Milano è molto politica», aggiunge Cappato.

CHI E' ANNA SCAVUZZO, CHE AVRA' I POTERI DA SINDACO

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