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Accoglienza, il "modello ambrosiano": elenchi di strutture per la trasparenza

Gli elenchi avranno validità di due anni e consentiranno al comune di scegliere con chi negoziare per i servizi. Che non costeranno più di 32 euro al giorno a persona

Accoglienza per profughi e adulti senza fissa dimora in difficoltà: temi "caldi" nel 2015, con diversi scandali e anche molte polemiche, derivate dall'accusa che alcuni soggetti "ci mangino". Si tratta di polemiche, a onor del vero, non milanesi. Ma l'amministrazione milanese ha voluto comunque dare un segnale forte, che per l'assessore al welfare Pierfrancesco Majorino si traduce in "un modello ambrosiano del sociale trasparente negli anni di mafia capitale".

In pratica verrà redatto un elenco di soggetti a cui l'amministrazione potrà poi rivolgersi per affidare (con procedura negoziata e col criterio dell'offerta economicamente vantaggiosa) interventi a beneficio di categorie fragili, sia per progettare un servizio sia per fronteggiare un'emergenza. "Fare solidarietà avendo rapporti economici con le istituzioni, e quindi godendo di denaro pubblico, implica essere portatori di una responsabilità", ha spiegato Majorino. Trasparenza, imparzialità, pubblicità, parità di trattamento e proporzionalità: queste le basi delle nuove regole.

Gli elenchi avranno durata biennale e saranno aggiornati con cadenza semestrale. Gli enti iscritti nell’elenco saranno chiamati a presentare un’offerta all’interno di una procedura negoziata e il punteggio della proposta tecnica farà riferimento a quattro aspetti: metodologia adottata e descrizione del servizio; esperienza pregressa dell’ente; qualifica e gestione del personale; contenuti migliorativi della proposta senza ulteriori oneri per l’Amministrazione.

La base d'asta per l'accoglienza non supererà i 32 euro al giorno per persona, ovvero il "costo standard" rilevato sulle più importanti strutture di accoglienza in Italia. 

Ma chi potrà iscriversi agli elenchi? I soggetti del Terzo Settore, tra cui le Onlus. E poi le cooperative, le associazioni di volontariato o di promozione sociale, le fondazioni, i patronati e anche i privati a scopo di lucro, purché con esperienza biennale nei servizi alla persona e annuale nella prima accoglienza. Non è finita: occorre dimostrare i requisiti di legge e l'operatività a Milano e provincia (almeno una sede operativa già in essere o in procinto di aprire).

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