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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Spese pazze: tre condanne e 55 rinvii a giudizio, anche il Trota e la Minetti

Anche un'assoluzione e tre proscioglimenti. Ecco i dettagli

Ci sono anche Nicole Minetti e il figlio di Umberto Bossi, Renzo, tra i rinviati a giudizio per l'inchiesta sulle "spese pazze" dei politici regionali. L'inchiesta è relativa ai rimborsi spese per acquisti di beni e servizi che, in realtà, non c'entrano con l'attività politica. Si è tenuta l'udienza preliminare: in tutto, su 63 indagati, ci sono state tre condanne (con pene fino a due anni di reclusione), 55 rinvii a giudizio, tre proscioglimenti e un'assoluzione.

CONDANNE - Tre ex consiglieri che avevano scelto il rito abbreviatosono stati condannati: si tratta di Carlo Spreafico (Pd, due anni), Angelo Costanzo (Pd, un anno e sei mesi) e Alberto Bonetti Baroggi (Pdl, due anni). Per tutt'e tre è stata disposta la sospensione condizionale, non disposta invece per Franco Nicoli Cristiani, ex assessore e consigliere del Pdl, la cui posizione è stata stralciata. Nicoli Cristiani è coinvolto anche in una inchiesta per corruzione in merito alla discarica di Cappella Cantone.

PROSCIOGIMENTI E ASSOLUZIONE - Ad essere prosciolti sono stati Gianni Rossoni (Pdl) e Mario Scotti (Udc), ex assessori, nonché Carlo Porcari, ex capogruppo del Partito democratico. Assolto invece Guido Galperti, Pd, che aveva chiesto il rito abbreviato. 

RINVII A GIUDIZIO - Il primo luglio prenderà il via il processo per tutti gli altri 55, che sono stati rinviati a giudizio. Cinque di loro sono ancora in carica: Massimiliano Romeo e Angelo Ciocca della Lega Nord, Luca Gaffuri del Pd, Alessandro Colucci di Ncd ed Elisabetta Fatuzzo dei Pensionati. Tra i rinviati a giudizio anche Renzo Bossi detto il Trota (Lega Nord, figlio di Umberto Bossi) e Nicole Minetti, del Pdl, nota anche per la vicenda dei "bunga bunga" ad Arcore (caso Ruby), nella quale è stata processata per favoreggiamento della prostituzione. Tra gli altri rinviati, il leghista Fabrizio Cecchetti, gli ex assessori Romano Colozzi, Massimo Buscemi e Giulio Boscagli, ma anche Massimo Ponzoni, Monica Rizzi e Chiara Cremonesi.

LA NUTELLA E IL RESTO - Nutella e biglietti dell'Atm, ma anche videocamera, fotocamera reflex, pernottamenti in hotel, ricariche telefoniche, ristoranti: c'era davvero di tutto nel "calderone" delle spese che i consiglieri regionali di praticamente tutti i partiti si sono fatti rimborsare. I magistrati hanno passato tutto al setaccio, distinguendo tra le spese giustificabili e quelle non giustificate. In 'campo' anche due indagini per truffa. Si tratta dei leghisti Stefano Galli e Davide Boni. Il primo avrebbe fatto ottenere una consulenza da quasi 200 mila euro al genero (imputato anch'egli), il secondo avrebbe comunicato alla regione la residenza a Sabbioneta (Mantova) ottenendo decine di migliaia di euro di spese per il viaggio, mentre dal 2003 si era trasferito a Milano.

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