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Tribunale dei Brevetti, la Lega presenta mozione urgente: «Il governo preferisce Torino a Milano»

La nuova sede, al posto di Londra per la Brexit, potrebbe arrivare in Italia ma non a Milano, dove si deposita almeno un quinto dei brevetti italiani

Il Tribunale Unificato dei Brevetti, una "centrale unificata" europea non ancora nata, ma precedentemente assegnata a Londra, potrebbe, dopo la Brexit, essere destinato all'Italia ma non a Milano, come invece sembrava scontato fino a poco tempo fa, sia per "risarcire" il capoluogo lombardo dopo l'incredibile sconfitta a sorteggio contro Amsterdam per la nuova sede dell'Ema (Agenzia del Farmaco), sia perché Milano è la città "naturale" per l'istituzione che dovrebbe registrare i brevetti europei, visto che è e resta la capitale italiana, e tra le capitali europee, per numero di brevetti annui.

Sarebbe invece in pole position Torino, la cui sindaca Chiara Appendino fa parte di un partito di governo (il Movimento 5 Stelle), e che a sua volta "reclamerebbe" una specie di "risarcimento" dopo l'esclusione dalle Olimpiadi invernali 2026, che si terranno a Milano e Cortina, sebbene questa sia stata più che altro una autoesclusione con tanto di rischio tenuta del monocolore torinese 5 Stelle.

La Lega, non appena si è diffusa la notizia, ha promesso battaglia e ha scritto una mozione urgente da presentare al consiglio comunale di Milano per cercare di "invertire" la rotta, "costringendo" l'aula di Palazzo Marino a prendere una posizione a favore di Milano e ponendo quindi un macigno sopra la strada che porterebbe il governo Conte a preferire Torino a Milano. D'altra parte, soltanto nel 2019, a Milano sono state depositate quasi 3 mila domande di brevetto e 12 mila di marchi: in entrambi i casi Milano rappresenta, da sola, un quarto del dato nazionale.

La Lega: «Il governo rifila una sòla a Milano»

«Il governo sta per rifilare l'ennesima sòla a Milano», ha affermato il capogruppo della Lega a Palazzo Marino (e deputato) Alessandro Morelli: «Pare che il Tribunale dei Brevetti sia destinato a Torino. Noi invece riteniamo che, dopo avere perso l'Agenzia del Farmaco, è naturale che questa istituzione arrivi a Milano, la città che conta il maggior numero di brevetti in Italia».

L'organismo dei brevetti, si calcola, varrebbe circa 200 milioni di euro di "giro d'affari" all'anno. A Torino il consiglio comunale ha già approvato all'unanimità un documento che invita la Mole a candidarsi. Il documento è stato redatto dagli industriali, dagli ingegneri e dagli architetti e portato in aula da una lista di opposizione di centrosinistra, Cantiere Civico.

«I numeri sottolineano la rilevanza di Milano come vero e proprio hub dell’innovazione punto di raccordo tra il mondo accademico, il mondo imprenditoriale e i centri di ricerca. In questa prospettiva, il Tribunale Unificato dei Brevetti a Milano dialogherebbe perfettamente con lo Human Technopole, nell’ambito del distretto Mind, che rappresenterà un polo attrattivo della ricerca e dell’innovazione a livello europeo. Sarebbe un passaggio di estrema importanza non solo per Milano ma per tutto il nostro Paese», aveva affermato poche settimane fa Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio.

La questione della nuova destinazione del Tribunale Unificato dei Brevetti è una specie di "storia senza fine". Nel mese di aprile del 2019, la Camera dei Deputati ha approvato una mozione con cui si chiedeva di trasferire il Tub da Londra all'Italia. Il voto, avvenuto con in carica il governo Lega-5 Stelle, non prevedeva la specificazione di una città, e per ammissione dell'eurodeputato leghista Simone Billi il testo approvato era stato frutto di «innumerevoli mediazioni».

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