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Centro accoglienza di via Sacile: "In autunno verrà chiuso"

Il sopralluogo del Municipio 4. "Gli operatori lavorano bene"

Potrebbe avere i mesi contati il centro di accoglienza temporanea (Cat) di via Sacile, zona Bonfadini, visitato il 31 luglio dalla commissione speciale sull'area del Parco Alessandrini del Municipio 4 guidata da Rosa Pozzani di Forza Italia. Il presidente del Municipio, il leghista Paolo Guido Bassi, riferisce infatti una "promessa" dell'assessore comunale alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino (presente al sopralluogo) secondo cui il Cat dovrebbe essere chiuso nel mese di autunno.

Si tratta di una struttura di accoglienza nato principalmente per ospitare nuclei familiari con minori e soggetti fragili in seguito a sgomberi, che abbiano accettato un percorso di inclusione con il settore politiche sociali del Comune di Milano. Il centro è gestito dai Padri Somaschi e Bassi ammette, "a scanso di equivoci, che la situazione è sotto controllo e gli operatori lavorano al meglio". Nella struttura le persone restano al massimo un anno e mezzo.

Alcuni possono poi essere ospitati, eventualmente, in un'altra struttura comunale, quella di via Novara, definito centro per l'autonomia abitativa, per completare il percorso iniziato in via Sacile. In teoria i centri di via Sacile e via Novara sono aperti a tutte le etnie; di fatto, però, sono prevalentemente i rom a essere ospitati. E, fa notare sempre Bassi per via Sacile, "siamo a due passi dal campo rom di via Bonfadini e quello di via Zama" e, di conseguenza, "la permeabilità con l'abusivismo presente all'esterno è un problema".

Una valutazione simile a quella che, nel 2015, fece il Naga, l'associazione che si occupa di stranieri e migranti fornendo, tra l'altro, assistenza medica e legale. "Aprire un centro in via Sacile, vicino al campo regolare di via Bonfadini, vuol dire creare un ghetto etnico in un angolo periferico della città, nel quale i rom vengono concentrati e segregati, con anche il rischio di conflitti con i cittadini del quartiere (l'insediamento di via Dione Cassio insegna)", scriveva il Naga in un comunicato all'epoca.

Per Pozzani il luogo non è assolutamente adatto a un centro accoglienza. Oltre al campo rom storico, nelle vicinanze ci sono anche la palazzina Sogemi occupata abusivamente, i mercatini domenicali di viale Puglie e una generale situazione igienica fuori controllo con numerose discariche. "La scelta di aver trasferito la struttura in quest’area così periferica, tanto problematica, appare a dir poco fuori da ogni logica che si ponga come obiettivo la riqualificazione di questa periferia, come invece aveva dichiarato di voler fare lo stesso sindaco Sala", dichiara.

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