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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Prostituzione, sullo zoning è lite in commissione tra Iardino (Pd) e Sonego (Prc)

Le due consigliere ai ferri corti. La proposta del radicale Cappato: zone interdette e zone in cui si può esercitare con regole condivise da tutti

Bufera sulla prostituzione a Palazzo Marino. E volano gli stracci tra due consigliere di centro-sinistra, che peraltro - sull'argomento - la pensano in maniera molto simile. Motivo del contendere, la zonizzazione dell'attività di prostituzione, già approvata dal consiglio di zona 2. E' successo nel pomeriggio di giovedì 14 gennaio in occasione della commissione pari opportunità, convocata dalla presidentessa Anita Sonego (Rifondazione - Sinistra X Pisapia) su richiesta del radicale Marco Cappato, che ha elaborato una proposta per regolamentare il "lavoro sessuale" in alcune strade della città.

Durante la seduta si è improvvisamente scatenata la protesta di Rosaria Iardino, del Partito democratico, che si è vista rigettare la discussione della sua mozione, di segno contrario a quella di Cappato. La Iardino ha accusato apertamente la Sonego di boicottaggio e, successivamente, ne ha chiesto le dimissioni da presidente di commissione.

La Iardino ha anche accusato la sua collega di avere di fatto preso posizione a favore della zonizzazione: «La sua è una posizione ideologica, che non rappresenta affatto la posizione delle donne. Pensare che il meretricio del sesso possa essere trasformato in professione è un'aberrazione che offende il genere femminile». «Nessun boicottaggio», ribatte la Sonego a MilanoToday: «Semplicemente la commissione mi era stata chiesta da Cappato. La mozione della Iardino verrà discussa la settimana prossima». E nel merito: «Lei sa benissimo che anch'io sono contraria alla zonizzazione, ma il problema è che bisogna lavorare sull'educazione e sulla sessualità: finché il maschio non riflette sul bisogno di comprare sesso, non c'è legge che tenga».

Ma che cosa prevede la proposta dei Radicali? In pratica vengono individuate zone "interdette", dove cioè l'attività di prostituzione (o meglio: di contatto tra prostituta e cliente) in strada non viene consentita. Si tratta di aree «molto conflittuali». Nelle vicinanze, dovrebbero poi esere individuati "spazi informali" in cui concentrare l'attività, con regole condivise tra prostitute, clienti e associazioni che si occupano del fenomeno, in modo da limitare il rischio di insicurezza e di disturbo alla quiete, nonché di migliorare le condizioni igienico-sanitarie.

Le forze dell'ordine dovrebbero essere coinvolte, sia per concentrare la repressione nelle zone interdette, sia per concordare le azioni contro lo sfruttamento e la tratta nelle zone consentite. Cappato chiede anche che venga coinvolta la Città metropolitana, che è interessata dal fenomeno in proporzioni forse anche più alte della città di Milano.

La proposta, che introduce un tema delicatissimo, incontra l'opposizione anche di parte del centrodestra. Riccardo De Corato, di Fratelli d'Italia, ha commentato che «è molto meglio togliere dalla strada le prostitute e farle esercitare in casa, con cooperative registrate dal notaio che pagano le tasse (in realtà, le prostitute dovrebbero già pagarle, n.d.r.) e sono sotto il controllo di questura e Asl».

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