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Genio e sregolatezza Milan

I rossoneri espugnano Bari per 3 a 2. Dominano, sprecano, subiscono gol, creano molte occasioni. Troppi alti e bassi per puntare decisi allo Scudetto. Intanto Ronaldinho e Inzaghi soffrono di 'mal di pancia'

In un campionato che non ha padroni, il Milan operaio a centrocampo e devastante in avanti può davvero arrivare fino in fondo. La vittoria a Bari, avvenuta subito dopo le incertezze viste contro il Real e il ko contro la Juve, consegna ai ragazzi di Allegri il secondo posto sorpassando anche l'Inter. Quello che emerge dalla partita del San Nicola, però è la modalità in cui è avvenuta la vittoria tutta genio e sregolatezza. Il simbolo di questa ambivalenza rossonera è Zlatan Ibrahimovic. Due assist tante occasioni perse. Ibra prima fa la boa per Flamini (primo gol in Seria A per il francese), poi per Pato che ritrova il gol partendo dalla panchina. In mezzo, tanto spreco con l’egoismo dell’attaccante svedese che la fa da padrona. Ibrahimovic è un po’ questo: manda in gol un compagno, spreca qualche passaggio, si divora un gol grosso così, ignorando, nell’occasione, Robinho (davvero troppo sprecone ) e Flamini, decisamente meglio piazzati. Lui vorrebbe una punta accanto (Inzaghi), invece Allegri gli piazza due trequartisti dietro in nome del care e vecchio albero di Natale grazie anche all'umiltà del centrocampo rossonero con Gattuso leader indiscusso, Flamini metronomo e Ambrosini gladiatore e goleador.


Non solo cose positive però. Dietro, in alcuni momenti del match si balla troppo e Christian Abbiati sembra non dare una completa sicurezza. Il portiere rossonero è troppo scostante nell'arco partita. Buone le uscite, piuttosto sicure, male ancora una volta sulle conclusioni ravvicinate. Sui gol Abbiati è stato inoperoso. Il secondo gol del Bari, ricorda il gol di Pedro Leòn. Anche contro il Real, Abbiati sembrava essersi distinto in maniera non proprio positiva. I rumors di mercato parlano di un ritorno di fiamma per Diego Alves. Amelia è prontissimo a giocarsi le sue carte, ma le gerarchie milaniste non cambiano. In casa rossonera poi c'è il gruppo degli scontenti, capitanato da Ronaldinho. Dopo la metà gara giocata contro il Real, il Gaucho è rimasto in panchina al San Nicola andando direttamente sul pullman e chiudendo la tendina per non avere alcun contatto con l’esterno. Il brasiliano non è al top, Mano Menezes però lo convoca con la Seleçao.  A gennaio sarà divorzio? Il mal di pancia, però non sembra aver colpito solo Dinho. Anche SuperPippo Inzaghi inizia ad essere stufo. "Mi sento veramente bene, non mi va di essere impiegato solo nella disperazione. Vediamo in questi due mesi come va, sto pensando se accettare questo ruolo. Sono legato al Milan da un affetto indescrivibile, anche questo mi porta a riflettere", è quanto ha dichiarato il  bomber ospite a Controcampo. Parma e Napoli sono alla finestra.

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