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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Champions sempre più lontana e Maldini saluta San Siro

E' finita 3 a 2 la partita che doveva festeggiare Capitan Maldini. Contestazioni e fischi per lui e tutta la squadra per una sconfitta che complica molto la corsa per la champions Legue. Nello scontro diretto di Firenze il Milan dovrà non perdere con due gol di scarto

Peggio non poteva andare. Il Milan ammaina la bandiera e non solo quella di Maldini: perde in casa per 3 a 2 contro la Roma e nell’ultima giornata dovrà difendere l’accesso diretto alla Champions League contro la Fiorentina.

Nello scontro diretto di Firenze dovrà non perdere con due gol di scarto in virtù della vittoria per uno a zero nel girone d’andata. Doveva essere la giornata di gloria per un glorioso Capitano ma anche la festa è stata sporcata: nel giro finale di campo, Maldini ha dovuto subire la contestazione di frange minori dei tifosi della curva. Paolo Maldini, reo di non essersi schierato con i tifosi in alcune beghe con la società, ha dovuto alzare gli occhi e leggere in curva Sud uno striscione polemico. E i cori di alcuni ultrà che si sono innalzati pro-Baresi hanno indotto il Capitano a dichiarare, molto amareggiato, di essere fiero di non essere uno di loro. Una leggenda del calcio italiano meritava altro.

Prima comunque si è giocato e il Milan ha confermato la pessima condizione fisica e mentale. Per un tempo, sotto un sole cocente, i rossoneri hanno concesso spazi e gioco alla Roma che con Riise sbloccava il risultato al 36’ del primo tempo. Nel secondo tempo arrivava un minimo di reazione concretizzata da Ambrosini alla mezzora che ribadiva in rete una goffa respinta di Arthur. Ma i limiti difensivi enormi dei rossoneri permettevano dopo appena cinque minuti al neoentrato Menez d’involarsi e battere Dida di sinistro. Palla al centro e ancora il biondo centrocampista ristabiliva la parità sul filo del fuorigioco.

L’altro capitano rovinava i piani Champions dei padroni di casa: al 40’ Totti batteva per la terza volta Dida. E da Lecce arrivava la notizia del pareggio viola che comprometteva l’accesso matematico alla Champions League. Giornata negativa sotto tutti gli aspetti, anche Silvio Berlusconi presente in tribuna non avrà gradito gli striscioni che incitavano la società a un nuovo corso e a scelte di mercato diverse.

Proprio Berlusconi ha lasciato intendere con un laconico “peccato” riferito sia a Maldini, sia ad Ancelotti la probabilità che il tecnico lasci la panchina. Prima però c’è da difendersi dall’assalto della Fiorentina, sarebbe un mezzo suicidio affrontare il rischio dei preliminari che dal prossimo anno non saranno una formalità. Domenica prossima all’Artemio Franchi con Ancelotti in panchina, il prossimo anno chissà.
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