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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Milan-Lazio, Scaroni: «Ho mandato un video con 32 cori razzisti»

Il presidente del Milano ha inviato il video a Lega Calcio, Figc e Coni. E insiste: «La gara andava sospesa»

Fa ancora discutere l'incontro di semifinale di Coppa Italia tra Milan e Lazio a San Siro del 24 aprile (per la cronaca, vinto dalla Lazio che ha così eliminato i rossoneri). La partita è stata infatti caratterizzata da numerosi cori di stampo razzista da parte dei tifosi ospiti.

Paolo Scaroni, presidente del Milan, intervenendo al programma "Radio anch'io sport" ha rivelato di avere inviato ai presidenti del Coni, della Figc e della Lega Calcio un video con ben 32 cori razzisti provenienti dagli spalti degli ultras biancocelesti.

"Questa banana è per Bakayoko": il coro razzista dei laziali

«Probabilmente non sono stati così vistosi da essere sentiti da tanti, perchè i laziali erano pochi e i tifosi milanisti sono sempre rumorosi. Però l'episodio se si voleva, lo si poteva andare a vedere», il commento di Scaroni che, dopo la partita, aveva stigmatizzato la scelta dell'arbitro di non sospendere il match, come è sua prerogativa e possibilità fare.

«È stato avvilente - aveva sottolineato Scaroni dopo la gara - seguire un così importante evento sportivo nel nostro stadio mentre da un settore erano percepibili ululati e insulti razzisti. È doveroso non abbassare la guardia: il calcio è rispetto. Il calcio deve unire e non dividere».

I laziali si erano "sfogati" soprattutto contro i giocatori Kessie e Bakayoko, entrambi di colore, che dopo il precedente incontro sempre a San Siro, ma per il campionato, avevano "esibito" la maglia del difensore laziale Acerbi, scatenando un battibecco.

Tifosi Lazio: prima "l'omaggio a Mussolini", poi l'escalation con i cori razzisti

La giornata era partita in negativo con gli ultras della Lazio che, alcune ore prima del match, in corso Buenos Aires, a pochi metri da piazzale Loreto, luogo dove venne giustiziato il duce, avevano srotolato uno striscione inneggiante a Benito Mussolini accompagnando la provocazione - alla vigilia del 25 Aprile - con saluti romani al grido di "presente".

Diciannove tifosi laziali e un interista sono stati denunciati per quell'episodio con l'accusa di "manifestazione fascista". In serata è tornata a farsi sentire la Lazio, attraverso il suo portavoce Arturo Diaconale. "Siamo la parte lesa, il danno fatto da questa minoranza ricade sul club e sui suoi tifosi", ha detto. "La stragrande maggioranza dei sostenitori della Lazio non accetta questi episodi", ha aggiunto il dirigente biancoceleste. Sul fatto che non sia stata sospesa la partita, Diaconale ha assicurato che "se c'erano cori razzisti, erano coperti dal resto del pubblico e l'arbitro non ha sentito nulla".


   

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