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Anche Milano piange Kobe Bryant, il "Dio del basket" che stravedeva per il Milan

Kobe era cresciuto in Italia, era stato proprietario di minoranza dell'Olimpia e tifoso del Milan

La sciarpa dei rossoneri nello spogliatoio a Los Angeles. Le visite ai giocatori in allenamento, le foto ricordo con i suoi idoli calcistici. Proprio lui, egli stesso idolo di milioni di appassionati cestisti. La leggenda delle partitelle al Parco Sempione, da ragazzino, quando era talento puro e una valigia di sogni. Anche Milano piange il Black Mamba Kobe Bryant, re del basket morto domenica 26 gennaio in un tragico incidente aereo con il suo elicottero; incidente in cui hanno perso la vita altre otto persone tra cui Gianna Maria, sua figlia 13enne.

Bryant era profondamente legato all'Italia e alla città della Madonnina: cestisticamente era cresciuto proprio nel nostro paese dove il padre, Joe Bryant, giocò dal 1986 al 1991 militando nelle formazioni di Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. Arrivò da bimbo, imparò l'italiano e, nonostante un'immensa carriera nei Lakers, non si dimenticò mai del periodo tricolore. Bryant e Milano, si diceva. Kobe non ha mai giocato qui, ma è comunque legato alla pallacanestro milanese: nella stagione 1999/2000 era stato proprietario di minoranza dell'Olimpia Milano, come rappresentante del padre Joe, quando la società era gestita dall'imprenditore caseario italo-americano Pasquale Caputo. Non fu una grande annata: in A1 la squadra incontrò molte difficoltà non riuscendosi a qualificare per le final eight di coppa Italia e terminando al 13º posto la regular season. Nei playoff venne sconfitta dalla Muller Verona. Ma Bryant era e rimase affascinato da Milano. Amico di Giorgio Armani, che poi acquistò il club, posò spesso come modello per i suoi abiti eleganti. 

Kobe Bryant al Castello Sforzesco (foto Christian Benedict Ponce Paras/MilanoToday)

"Certe notizie fanno male, ricollocano tutto in prospettiva", si legge in una commossa nota della società biancorossa. "Qualcuno — prosegue il comunicato della squadra — ha giocato contro Kobe Bryant come Luis Scola e Sergio Rodriguez, Ettore Messina e Tom Bialaszewski l’hanno allenato, ma Kobe per questa generazione di giocatori è un idolo, un modello, quasi un compagno di viaggio".

L'amore per Milano e per il Milan

Olimpia ma anche Milan. Bryant era un super tifoso dei rossoneri e si vedeva spesso a Milanello. Un amore sbocciato da lontano. "Quando ero piccolo è nata la mia passione rossonera guardando Gullit, Van Basten, Maldini. Porto il Milan sempre nel cuore. Nel mio spogliatoio a Los Angeles ho la maglia e la sciarpa del Milan, le ho messe nello spogliatoio e le vedo ogni giorno", raccontò una volta a Milan Channel.

E il club rossonero ha espresso un appassionato cordoglio per la scomparsa del leggendario numero 8 dei Los Angeles Lakers. "Non abbiamo parole per esprimere quanto siamo scioccati nel sentire la tragica scomparsa di uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi e tifoso rossonero, Kobe Bryant — si legge sul profilo Twitter della società che ha pubblicato una sua foto con la maglia dei diavoli —. Tutti i nostri pensieri sono con le famiglie delle persone colpite da questo tragico incidente. Ci mancherai per sempre, Kobe".

Chi era Kobe Bryant: la sua incredibile carriera

Kobe Bryant, soprannominato 'Black Mamba', ha fatto la storia del basket Nba. Ha vestito per 20 anni la maglia dei Los Angeles Lakers, dal 1996 al 2016, vincendo 5 titoli (2000-2002, 2009, 2010).

Figlio dell'ex giocatore della Nba Joe Bryant, il campione 41enne morto in un incidente di elicottero in California è stato 18 volte All-Star, 15 volte membro del team All-Nba, 12 volte membro del team All-Defensive. Bryant è il quarto marcatore di sempre nella storia Nba.

Selezionato nel draft 1996 dagli Charlotte Hornets, ma ceduto subito ai Los Angeles Lakers, Kobe visce il suo primo anello nel 2000 formando un tandem eccezionale con Shaquille O'Neal. I gialloviola conquistarono l'anello anche nelle due stagioni successive, 2001 e nel 2002.

Gli ultimi due titoli Bryant li vinse nel 2009 e nel 2010, venendo votato Mvp delle Finals. Nel 2016 il ritiro dal basket, dopo parecchi infortuni e una gara d'addio spettacolare, condita da 60 punti contro gli Utah Jazz.

A 34 anni e 104 giorni, Bryant è diventato il più giovane giocatore nella storia della lega a raggiungere 30.000 punti carriera. È stato il miglior marcatore di tutti i tempi nella storia del franchising dei Lakers il primo febbraio 2010 quando ha superato Jerry West. Alle Olimpiadi estive del 2008 e del 2012 ha vinto la medaglia d'oro con gli Usa. Dopo il ritiro dallo sport agonistico, nel 2018, Bryant ha vinto l'Oscar per il miglior cortometraggio animato per il suo film Dear Basketball.

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