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Milan-Lazio, Leiva contro addetto stampa disabile: "Stai seduto e zitto". Lui: "È falso"

La frase riportata dagli ispettori di campo. Ma il calciatore smentisce tutto sui social

Altra goccia di veleno nel post partita di Milan-Lazio, la sfida vinta dai rossoneri per 1-0 e finita con una rissa in campo e con lo "show" di Kessie e Bakayoko, che hanno mostrato la maglietta del rivale Acerbi come uno scalpo sotto la curva e che per questo rischiano la squalifica

L'ultima puntata di una saga che assume ogni giorno nuovi contorni l'avrebbe scritta Lucas Leiva, centrocampista biancoceleste. Stando a quanto riferito da La Gazzetta e Il Messaggero, infatti, nel dopo gara - durante i momenti più concitati - il brasiliano avrebbe inveito contro Ugo Allevi - addetto stampa rossonero costretto in sedia a rotelle - urlandogli "tu stai zitto e seduto". Lo stesso Allevi - stando ai due giornali che citano il referto degli ispettori di campo - avrebbe risposto con un "testa di c...". 

Leiva, però, ha subito smentito ogni accusa. "Mi preme chiarire in modo chiaro che le accuse rivolte recentemente alla mia persona su eventuali fatti nel post partita di Milano, sono totalmente false ed infondate - ha scritto il calciatore sui suoi social -. È mia premura evidenziare in modo perentorio tale fatto increscioso e totalmente falso nei miei confronti, in quanto in dieci anni di carriera non mi sono mai permesso di mancare di rispetto a nessuno".

"Ciò non fa assolutamente parte del mio comportamento professionale e altresì offende non solo terzi ma anche me a livello umano. Sicuramente in una partita di calcio, preso dalla tensione agonistica, posso aver detto molte cose, ma - ha concluso - c’è sempre un limite che giammai mi son permesso di superare, in quanto la mia educazione fondata su rispetto e buon senso non mi farebbe mai tollerare tale condotta".

Mi preme chiarire in modo chiaro che le accuse rivolte recentemente alla mia persona su eventuali fatti nel post partita di Milano, sono totalmente false ed infondate. È mia premura evidenziare in modo perentorio tale fatto increscioso e totalmente falso nei miei confronti, in quanto in dieci anni di carriera non mi sono mai permesso di mancare di rispetto a nessuno. Ciò non fa assolutamente parte del mio comportamento professionale e altresì offende non solo terzi ma anche me a livello umano. Sicuramente in una partita di calcio, preso dalla tensione agonistica, posso aver detto molte cose, ma c’è sempre un limite che giammai mi son permesso di superare, in quanto la mia educazione fondata su rispetto e buon senso non mi farebbe mai tollerare tale condotta.

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