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Milan nei guai per il prestito di Alessio Cerci al Genoa: indagine della Fifa

Intanto è sospeso il giudizio dell'Uefa sul fair play finanziario della gestione cinese

Finito il campionato (con la mancata qualificazione alla Champions League), per il Milan si è aperta la "stagione" dei casi spinosi. Il 5 giugno l'Uefa ha deciso di sospendere il procedimento per la violazione del fair play finanziario tra il 2016 e il 2018, quindi durante la gestione cinese del club, in attesa del verdetto del tribunale arbitrale sportivo (Tas) sul ricorso del Milan. I due bilanci sotto esame hanno registrato un passivo consolidato di 73 e 126 milioni di euro, un peggioramento dovuto a maggiori costi per i tesserati, maggiori oneri finanziari e soprattutto (+49,3 milioni) maggiori ammortamenti e svalutazione dei cartellini dei calciatori. 

Intanto, però, alcune indiscrezioni parlano di una indagine della Fifa sul prestito di Alessio Cerci, nella stagione 2015/2016, dall'Atletico Madrid al Milan e poi, da gennaio, al Genoa. Un doppio prestito che, secondo gli inquirenti dell'organizzazione internazionale del calcio, potrebbe celare una "influenza" del Milan sul Genoa. L'accordo di partenza tra i madrileni e i rossoneri prevedeva un certo numero di gare minime che Cerci avrebbe dovuto disputare, e il successivo accordo di prestito al Genoa prevedeva di rispettare quel numero di gare minime anche in rossoblu, altrimenti il Milan avrebbe dovuto pagare una penale all'Atletico.

Il Milan ha "influenzato" il Genoa? Si apre il caso Cerci

Ma questo potrebbe violare i regolamenti internazionali sui prestiti dei calciatori, che impediscono a una squadra terza (in questo caso sarebbe il Milan) di inflenzare le condotte sportive di un'altra (in questo caso sarebbe il Genoa), ad esempio "imponendo" (al di fuori dell'accordo formale, che era tra Atletico e Genoa) un numero minimo di gare per un calciatore.

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