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Disabili, sconti in piscina: 40 mila euro dal Comune di Milano

Approvato all'unanimità un emendamento per consentire l'ingresso ridotto anche fuori dalle "finestre orarie" dedicate alle associazioni

Un "tesoretto" nel bilancio di previsione 2019-2021 (appena approvato da Palazzo Marino) andrà ai disabili che, dal 2014, non hanno più diritto a sconti per l'ingresso nelle piscine (e in generale negli impianti di MilanoSport) a meno di non essere tesserati a qualche associazione che ha la convenzione con la società che, per conto del Comune, gestisce appunto le piscine comunali.

E' il risultato di un emendamento presentato da Alessandro De Chirico (Forza Italia) e approvato all'unanimità. Il "tesoretto" ammonta a 40 mila euro, che saranno utilizzati per ridurre le tariffe d'ingresso per questi disabili. «E' un importante sostegno - dichiara De Chirico - per abbattere un’altra barriera architettonica e permettere che dall’estate prossima tutti, senza discriminazione, possano godersi qualche ora di spensieratezza al fresco delle piscine comunali».

Una cifra, quella odierna, non distante dai 30 mila euro spesi dal Comune di Milano nel 2013, per sei mesi di ingressi gratuiti per tutti i disabili. 

Disabili in piscina: tariffe raddoppiate per gli ingressi autonomi

La questione si era aperta a ottobre del 2014, con l'entrata in vigore delle nuove tariffe. I disabili si sono ritrovati da un giorno all'altro a pagare il doppio rispetto a prima, con tariffe differenziate a seconda degli impianti (ad esempio, da 3,50 euro a 7 euro), nonostante molti di loro debbano svolgere frequentemente attività sportiva prescritta da un medico.

L'unico modo per ottenere uno sconto è, da allora, iscriversi ad una associazione che, grazie ad accordi con MilanoSport, dispone di "finestre" d'ingresso in alcuni impianti, limitati però nei giorni e negli orari; cosicché, se quei giorni e quegli orari non sono comodi, non si può usufruire dello sconto. In precedenza, invece, le tariffe comunali prevedevano uno sconto all'esibizione del tesserino dell'Asl.

La questione era stata denunciata a MilanoToday nel mese di agosto del 2018 da un lettore, un disabile costretto all'attività aerobica incrementale, per la quale il nuoto è la soluzione migliore, e che per motivi di lavoro non riesce a sfruttare gli impianti e gli orari a disposizione delle associazioni. «E' una situazione ingiusta con la quale stiamo convivendo da anni», dichiarava il lettore. 

«La persona invalida che desidera accedere autonomamente alle strutture sportive destinate alla balneazione - proseguiva - non è evidentemente considerata una persona fragile e bisognosa, in questo caso di fare sport, ma solo una mera libera utenza che deve corrispondere la tariffa piena». Meritoria, per il lettore, la gratuità per gli iscritti alle associazioni, ma «non deve essere a discapito degli altri».

La promessa dell'ex assessore

A maggio 2015, l'allora assessore allo sport Chiara Bisconti prometteva in un comunicato stampa: «Siamo disponibili a rivedere le tariffe per i disabili senza accompagnatore». Parole a cui non seguì però alcun fatto concreto. Nel frattempo, dopo le elezioni del 2016, Bisconti è diventata presidente di MilanoSport. Una posizione dalla quale non ha più potuto decidere alcunché sulle tariffe, ma avrebbe certamente potuto fare opera di pressione (in linea con la vecchia promessa) sulla nuova giunta milanese, dello stesso colore politico della precedente.

L'approvazione all'unanimità dell'emendamento al bilancio rimedia, per così dire, a questa piccola svista dei politici milanesi, che però, per tutti questi anni, ha comportato sacrifici e spese aggiuntive per tutti i disabili che, non potendo rinunciare allo sport, non riuscivano a far collimare i propri orari con le "finestre" dedicate agli ingressi associativi.

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