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Una giovane di Segrate si aggiudica il terzo premio del “Came design award”

Camilla Crescenzo, insieme al compagno Alessandro Panaia, laureati in Design al NABA di Milano, hanno convinto la giuria grazie al progetto “Bill – Bamboo intelligent led lamp”, una lampada da tavolo intelligente che interagisce con la domotica, premiata perché è stato rivisitato un oggetto al quale è legato un gesto spesso scontato Came ha individuato i cinque migliori progettisti e designer italiani under30 che hanno saputo progettare soluzioni tecnologiche innovative per la sicurezza e il comfort delle persone all’interno della casa.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Treviso, 7 febbraio 2017 - E' una ventisettenne di Segrate, Camilla Crescenzo, insieme ad Alessandro Panaia, 29 anni di Reggio Emilia, entrambi laureati in Design al NABA di Milano, ad essersi aggiudicata il terzo premio della 2° edizione di Came Design Award, il contest dedicato a studenti e neo-laureati delle facoltà di Architettura e Design e delle Scuole di Design italiane, volto a premiare il talento e promuovere la cultura dell'innovazione tecnologica nell'abitare. La Crescenzo, co-founder con il compagno di "Leave the Sign Studio", un gruppo di giovani creativi impegnati nel mondo del design, ha vinto con il progetto "Bill - Bamboo intelligent led lamp", una lampada da tavolo intelligente che interagisce con la domotica ed è in grado di dimmerarsi in maniera automatica, scelta dalla giuria perché "sembrerebbe un complemento d'arredo normale, ma ha in sé delle qualità che lo portano ad essere utilizzato in ambienti con finalità domotiche e quindi è stata creata una rivisitazione ad un oggetto al quale è legato un gesto spesso scontato". "Guardian Angel", questo il titolo del concorso promosso da Came - Gruppo trevigiano riconosciuto in Italia e nel mondo nel settore della home & building automation, dell'urbanistica e dell'alta sicurezza - con il contributo di Acamedy e il patrocinio dell'ADI - Associazione italiana per il Disegno Industriale - ha premiato 5 giovani designer under30 che hanno saputo progettare soluzioni tecnologiche capaci di intuire i bisogni e ridisegnare le frontiere dell'abitare moderno. I loro elaborati si sono distinti in termini di innovazione, fruibilità e funzionalità, con particolare attenzione alle tecnologie in grado di migliorare la qualità della vita di soggetti più sensibili, quali anziani, diversamente abili o persone soggette a terapia domestica. La giuria, composta da esperti internazionali del mondo dell'architettura e del design, affiancati da manager di Came, ha valutato i lavori pervenuti da tutta Italia e selezionato i progetti vincitori, assegnando tre premi e due menzioni speciali. • 1° premio a "Living Shower", di Claudia Compagnucci e Gabriele Colasanti, un sistema doccia al servizio delle persone che nasce dalla volontà di ripensare e riprogettare le fughe delle piastrelle trasformandole in uno spazio utile ed esperienziale, in grado di venire incontro anche alle esigenze di anziani e bambini (premio: 2.000 euro). • 2° premio a "Famulo - un oggetto per l'anziano", di Michela Ciarpi, un robot- deambulatore per la terza età, dotato di touch-pad che interagisce con la domotica (premio: 1.000 euro). • 3° premio a "Bill - Bamboo intelligent led lamp", una lampada da tavolo che interagisce con la domotica, progettata da Alessandro Panaia e Camilla Crescenzo (premio: 500 euro). Le due Menzioni speciali sono state assegnate rispettivamente ai progetti "M.D.S. Mobile diabetes support" di Eduardo D'Arienzo, uno smart-device per il monitoraggio giornaliero della glicemia per persone con patologia diabetica, e "Slim" di Alessandro Leghissa, un anello bluetooth, a basso consumo energetico collegato al sistema domotico e antintrusione di Came che consente di localizzare la persona che lo porta all'interno dell'edificio. La giuria chiamata a selezionare i progetti vincitori era composta da Ambrogio Rossari, Presidente ADI Lombardia, Gianni Arduini, industrial designer, primo presidente dell'IIDD - Istituto Italiano per il Design e la Disabilità (ora DfA Italia), Stefano Mirti, architetto ed esperto di social media, responsabile del social media team di Expo Milano 2015 e tra i fondatori di Cliostraat e Marco Mora, designer, tra i fondatori di Acamedy, un network di laboratori di web comunicazione design e organizzazione per le piccole imprese del territorio veneto. Il team di esperti è stato affiancato da Gianni Michielan, Direttore Ricerca e Sviluppo Came e Fiorenzo Scroccaro, Communication Manager del Gruppo. Il progetto vincitore, di Claudia Compagnucci, 28 anni di Latina, e di Gabriele Colasanti, 28 anni di Velletri (RM), laureati in Design, comunicazione visiva e multimediale presso l'Università "La Sapienza" di Roma, è stato premiato per l'innovazione d'uso di un dispositivo domestico. Si tratta di un sistema doccia al servizio delle persone che nasce dalla volontà di ripensare e riprogettare le fughe delle piastrelle trasformandole in uno spazio utile ed esperienziale, apprezzato dalla Giuria perché "uno strumento di uso comune come la doccia viene rivisitato in modo innovativo con una forte aderenza ai principi del Design For All e spiccano la semplicità formale e funzionale". Secondo classificato il progetto di Michela Ciarpi, 26 anni di Grosseto, laureata in Design dei Sistemi presso l'ISIA di Roma. Il robot-deambulatore è piaciuto alla Giuria per "la rielaborazione formale di un oggetto che spesso viene visto e vissuto in modo denigrante. Inoltre viene rivisto un oggetto di ausilio alla mobilità in chiave tecnologica e assistiva". "M.D.S. Mobile diabetes support", di Eduardo D'Arienzo, 26 anni di Piombino (LI), laureato presso la Libera Accademia di Belle Arti (LABA) di Brescia, si è aggiudicato una menzione d'onore perché è un oggetto immediatamente realizzabile con le odierne tecnologie. La giuria ha selezionato, anche "Slim", di Alessandro Leghissa, 28 anni di Udine, laureato in Industrial Design allo IUAV di Venezia, perché è un progetto innovativo, industrializzabile in un prossimo futuro.

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