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Martedì, 16 Aprile 2024

Dà fuoco alla moglie in casa, la drammatica telefonata al 112: "È tutta bruciata" | Audio

Ha appena dato fuoco a sua moglie. Ansima al telefono, chiede i soccorsi con un italiano incerto, mentre sua moglie urla e implora aiuto. È tutta racchiusa in un minuto e quarantaquattro secondi la follia di Ahmed El Sayed Abdelghany, l’egiziano di trentotto anni arrestato il 15 luglio scorso per aver dato fuoco a sua moglie, una marocchina di otto anni più grande, gettandole addosso una sigaretta dopo averla cosparsa di benzina. Ecco l’audio della telefonata al 112, numero unico di emergenza, che lo stesso Abdelghany ha fatto subito dopo la folla aggressione. Il trentottenne, sposato da otto anni con la vittima, è visibilmente agitato, nervoso, eppure trova la forza e la lucidità di mentire, negando da subito una sua responsabilità diretta. “La mia moglia, la mia moglia - ripete all’operatrice del 112 -. Io sistemare la casa e la mia moglia…”. In sottofondo, mentre la voce al centralino chiede la via da cui chiama, si sente la donna urlare “brucio, aiuto, subito, subito”. Poi ancora Abdelghany: “La mia moglia bruciata, tutta bruciata. Io sistemare la casa e come si chiama acqua?”. Quindi, interviene il centralino delle emergenze sanitarie: “Acqua calda? - chiede l’operatrice -. Ma è sua moglie che brucia? È questa persona che urla?”. Allora, il trentottenne conferma: “Sì, con l’acqua calda e si è bruciata. Tutta quanta, tutta bruciata. I capelli…”. Dalla sera dell’aggressione, ormai più di una settimana fa, la vittima è ricoverata al Niguarda con ustioni sul 55% del corpo. 
 

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